martedì 11 settembre 2012

TEATRO TERREMOTO - NEL PAESE CHE TRABALLA

Questa è una bella pagina di Marta Comerio. Mi ha fatto misurare la distanza astronomica tra i mass media e la testimonianza viva e sentita.

Una mattina trilla il telefono , è Paola, la Paola del Piccolo Teatro:
-  Vieni a Mirandola a incontrare i bambini, ti va di vestirti con il costume del Pinocchio? E a Tommaso? Porta pure tutta la famiglia.
 Ci sarà solo lo spettacolo di Flavio, degli altri attori e ex allievi non ci ha risposto nessuno.-
Non lavoro al Piccolo da anni, nonostante le bellissime cose fatte lì, il piccolo principe, Il pinocchio auto prodotto che ancora molti tecnici e quelli degli uffici si ricordano, gente che la sa lunga, mica di primo pelo.
Dico di sì.
Vengono anche mia madre e  Carla, armate di fogli e pennarelli colorati.

Arrivando, case distrutte, case in piedi, villette con giardino e tenda della protezione civile di fianco, grandi fabbricati crollati e al fianco container bianchi lucenti,
odore di macerie. Quando è stato il terremoto? Non ce lo ricordiamo più, maggio?
Sì dal 20 al 29 maggio.
Sono passati tre mesi. Sono tanti o sono pochi?
Cerchiamo l'arena estiva,
che in realtà è uno spiazzo di fianco alla tendopoli Friuli, dove appiccicate una all'altra ci sono le tende blu
con anche la tv.
E insieme italiani, indiani, pakistani,ucraini...
e farli stare uno addosso all'altro non conviene, ci sono risse continue,
c'è chi chiede cibo in abbondanza e a sfregio poi lo butta
perché si veda, che i padroni vedano.
I padroni, sono i volontari della Protezione civile, che li comandano, che vogliono vedere i documenti, che se un tuo amico una sera vuole restare nella tenda a dormire non può.
  
Oxana , la mamma di due bambini sui sette e otto anni non verrà a vedere lo spettacolino perché oggi trasloca.
Nella prima casa che le hanno assegnato non era entrata perché il più piccolo
ha dato di matto,
in una casa non ci voleva entrare e poi c'erano delle crepe.
La notte non dorme più,  dice - Mamma, dormo solo se tu tieni gli occhi aperti.-
Ma questa nuova , è proprio nuova, allora è una fortuna
e anche il bambino ha detto di sì.
Quella notte, a maggio,  c'era stata una scossa, la prima, era l'una di notte, ma tutta la famiglia era tornata a dormire.
Alle 4 invece, con la seconda scossa , si staccava l'intonaco,
sono usciti
e la casa è caduta.
Qua la terra si muove ancora, si assesta, speriamo...
Tutto questo me lo racconta attraverso la rete metallica, io sono nello spiazzo,
dove si farà il teatro.
Fà molto caldo, tutti sono dentro le tende, qualche bambino gioca nel campo di calcio,
bellissimo,
per forza, la tendopoli è nel campo sportivo.
Andiamo al ristorante da -La Marta-
E' una trattoria a pochi chilometri, che ha trovato Claudione il direttore luci, mi sembra di essere ai tempi delle tournèe,
vediamo l'insegna , l'edificio è in piedi, ma è tutto sbarrato,  giriamo la curva e in mezzo agli alberi c'è il nostro tavolo da 28 persone,
vicino alla cucina che è in un prefabbricato.
Chissà tra qualche mese con il freddo...
l'odore del pollaio si mischia al vino, allo gnocco, al ragù,
i bambini corrono su e giù, c'è l'asino il pony la cavalla e i gattini
e un grande deposito di letame.

Torniamo alla spiazzo,
caldo, afa,
mentre il fonico prova i volumi delle musiche di Carpi e di Bennato, i tecnici, le sarte , le ragazze degli uffici e i loro bambini, allestiscono lo spiazzo mezzi travestiti : chi con le orecchie grandi e pelose da ciuchino chi col cappello di pelo rosso della volpe, chi con la marsina del grillo parlante,
 c’è aria di festa.
Mi vesto da pinocchio,
e a braccetto con la fata turchina entriamo nel campo a cercare spettatori,
ci segue il Gatto, è Tommaso,
e la Volpe con  Claudione,  il direttore luci, travestito  da Mangiafuoco.
 C’è una coppia di anziani seduti fuori dalla loro tenda a un tavolino di plastica
sulla pista rossa con le rigone bianche per l’atletica.
Sono proprio due nonnini, sorridono  -Pinocchiooo, vieni qui da noi ! -
Saltello e piroetto, ma allo spettacolino non verranno , ci sono lì i parenti che sono passati a trovarli. E’ domenica.
- Siamo qui da 100 giorni, 100, non si sa quando si andrà via.-

Arriva anche Orlando truccato da gattino.
Mi immagino se crollasse casa mia.
Penso a Orlando che quando ha visto il baretto lì vicino,
tutto di paglia,
ha detto che era proprio come la casa di uno dei tre porcellini,
di quel porcellino che non l'aveva fatta di mattoni,
e che poi il lupo ha tirato giù con un soffio solo.
Quella favola , ho pensato, è meglio che qui non la raccontiamo.


Marta 9 settembre 2012.



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