Cominciamo con le interviste ai personaggi. Spiego ai ragazzi che possiamo mettere in scena l'opera solo mediante l'immaginazione. Si tratta di ricreare mentalmente l'ambiente e l'atmosfera del territorio selvaggio dei lupi. Non chiedo di approfondire i personaggi con osservazioni basate su psicologia e sociologia, non voglio appiccicare una visione adulta alla loro spontaneità infantile. Li lascio liberi di conoscere i personaggi con fantasia, rispondendo alle domande con piena libertà. Scuoio e Diserbo. Perché odi i lupi? Perché hanno mangiato una gamba di mia nonna. Qual è stato il tuo giocattolo preferito? Un piccolo bisturi con il quale ho scuoiato il mio criceto.
Passiamo alla recitazione. Quasi tutti hanno già memorizzato il testo. La lotta iniziale tra i due cuccioli di lupo, Graffio e Dentino. Non è facile, alla loro età, distinguere tra contatto fisico minaccioso (ed è rissa), ludico (ed è confusione), teatrale (e di colpo non si sa più come e dove mettere gli arti). Tutto, in scena, deve diventare armonia e balletto, tutto rientra in uno schema espressivo, tutto è controllato. Costruiamo la prima scena: Graffio mette spalle a terra Dentino, Dentino reagisce, Graffio lo spinge via... proprio un balletto. E cominciamo a cercare la voce. Non è più la voce di un bambino, ma non è nemmeno quella di un bambino che imita un lupo. Deve essere la voce di un bambino-lupo, tutto da inventare.
Tocca a Scuoio e Diserbo. La prima battuta: "Senti come ululano". Faccio ascoltare le registrazioni di ululati singoli e di branco e poi ci mettiamo a ringhiare e ululare. Non più bambini lupi, ma bambini macchine. Di intuizione in intuizione, costruiamo due tipi fuori di testa, dagli entusiasmi improvvisi, esagitati, che ogni tanto si bloccano, vanno in tilt; in questo caso, il compare spara, l'altro si piega, si toglie il proiettile dalla carne e se lo mangia. Cose così, da cartoon macabro.
Ho scaricato decine di brani free di musiche d'atmosfera (foresta e natura), etniche (pellerossa), ritmiche (percussioni).
Li fornisco di strumentini etnici e li invito a muoversi dietro il fondalino semitrasparente (telo agricolo antigrandine) con una lampada che taglia e fa controluce. Una danza tribale che rallento e rallento ancora, fino a rendere i movimenti un soffio d'aria leggero. Prima le ragazze, poi i ragazzi.
E poi le due ore sono finite.
Le due scene citate:
Crepuscolo. Un lupo ulula. Un
secondo lupo lo attacca. Breve lotta.
DENTINO Basta, Graffio. Sono stanco.
GRAFFIO Di’ la verità. Sono il più forte.
DENTINO Se volevo, ti buttavo a terra in un
attimo.
GRAFFIO Perché non l’hai fatto, Dentino?
DENTINO Dopo ti metti a piangere.
GRAFFIO Bugiardo. Stavo per vincere e ti sei
ritirato.
DENTINO Non ho paura di te.
GRAFFIO Allora fatti sotto.
DENTINO Sono stanco.
GRAFFIO Perdi sempre, fratellino.
DENTINO Se non la smetti…
GRAFFIO Che cosa fai? Ti metti a piangere?
DENTINO Smettila. Sta’ zitto.
GRAFFIO Io non frigno mai. Tu sempre.
DENTINO Sono più piccolo e ne approfitti.
GRAFFIO Sempre la stessa storia. I lupi sono tutti
grandi.
DENTINO Alcuni lupi grandi sono piccoli.
GRAFFIO Ascolta.
DENTINO È il padre. Sta tornando.
GRAFFIO Sì, ma c’è qualcosa che non va. È un
ululato d’allarme.
DENTINO Forse ha trovato la madre.
GRAFFIO Sarebbe un ululato di trionfo.
DENTINO Ho paura.
GRAFFIO I lupi non hanno paura di niente.
DENTINO Alcuni lupi senza paura hanno un po’ di
spavento.
GRAFFIO Gli rispondo che stiamo bene.
DENTINO E la madre? Da quando è scomparsa, non mi
sento sicuro.
GRAFFIO Sei malato di cucciolite acuta. La madre
torna presto, capito? Di’ che torna presto, se no ti picchio.
DENTINO Torna presto.
GRAFFIO Andiamo incontro al padre.
SCUOIO Senti come ululano.
DISERBO Bestie selvagge, fate schifo!
SCUOIO Gli insegniamo noi a stare zitti.
DISERBO Sì, siamo forti! Muti per sempre.
SCUOIO Difficile ululare se ti tagliano la
testa.
DISERBO Uh, che impressione. Ma come sei crudele.
SCUOIO Hai ragione. La testa gliela tagli tu.
Io gli tolgo la pelliccia.
DISERBO Per forza, ti chiami Scuoio.
SCUOIO Tuttavia… tu sei impegnato a distruggere
la foresta. Non per niente ti chiami…
DISERBO Diserbo.
SCUOIO Le teste le taglio io. Sono preciso. Un
bisturi vivente. Poi le imbalsamiamo e le vendiamo ai turisti.
DISERBO Tante teste, tanti soldi.
SCUOIO Furbi, noi.
DISERBO siamo forti! Non siamo mica stupidi come i
lupi che si fanno massacrare.
SCUOIO Sono brutti, puzzano, hanno le pulci,
sbavano. Ammazziamoli tutti.
DISERBO Pam
pam pam pam pam! Tutti morti. Aspetta. Ne è avanzato uno.
Pam! Addio, lupi.
SCUOIO Che dici, ci fidiamo della padrona?
DISERBO Ha una grande esperienza. Il suo primo
lupo l’ha fatto fuori che era una ragazzina.
A quel tempo la
chiamavano Cappuccetto Rosso.
SCUOIO Ora invece si chiama Cappuccetto Lupo.
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