giovedì 24 ottobre 2013

CAPPUCCETTO LUPO 2



Cominciamo con le interviste ai personaggi. Spiego ai ragazzi che possiamo mettere in scena l'opera solo mediante l'immaginazione. Si tratta di ricreare mentalmente l'ambiente e l'atmosfera del territorio selvaggio dei lupi. Non chiedo di approfondire i personaggi con osservazioni basate su psicologia e sociologia, non voglio appiccicare una visione adulta alla loro spontaneità infantile. Li lascio liberi di conoscere i personaggi con fantasia, rispondendo alle domande con piena libertà. Scuoio e Diserbo. Perché odi i lupi? Perché hanno mangiato una gamba di mia nonna. Qual è stato il tuo giocattolo preferito? Un piccolo bisturi con il quale ho scuoiato il mio criceto.
Passiamo alla recitazione. Quasi tutti hanno già memorizzato il testo. La lotta iniziale tra i due cuccioli di lupo, Graffio e Dentino. Non è facile, alla loro età, distinguere tra contatto fisico minaccioso (ed è rissa), ludico (ed è confusione), teatrale (e di colpo non si sa più come e dove mettere gli arti). Tutto, in scena, deve diventare armonia e balletto, tutto rientra in uno schema espressivo, tutto è controllato. Costruiamo la prima scena: Graffio mette spalle a terra Dentino, Dentino reagisce, Graffio lo spinge via... proprio un balletto. E cominciamo a cercare la voce. Non è più la voce di un bambino, ma non è nemmeno quella di un bambino che imita un lupo. Deve essere la voce di un bambino-lupo, tutto da inventare. 
Tocca a Scuoio e Diserbo. La prima battuta: "Senti come ululano". Faccio ascoltare le registrazioni di ululati singoli e di branco e poi ci mettiamo a ringhiare e ululare. Non più bambini lupi, ma bambini macchine. Di intuizione in intuizione, costruiamo due tipi fuori di testa, dagli entusiasmi improvvisi, esagitati, che ogni tanto si bloccano, vanno in tilt; in questo caso, il compare spara, l'altro si piega, si toglie il proiettile dalla carne e se lo mangia. Cose così, da cartoon macabro.
Ho scaricato decine di brani free di musiche d'atmosfera (foresta e natura), etniche (pellerossa), ritmiche (percussioni). 
Li fornisco di strumentini etnici e li invito a muoversi dietro il fondalino semitrasparente (telo agricolo antigrandine) con una lampada che taglia e fa controluce. Una danza tribale che rallento e rallento ancora, fino a rendere i movimenti un soffio d'aria leggero. Prima le ragazze, poi i ragazzi. 
E poi le due ore sono finite.
Le due scene citate:

Crepuscolo. Un lupo ulula. Un secondo lupo lo attacca. Breve lotta.
DENTINO      Basta, Graffio. Sono stanco.
GRAFFIO      Di’ la verità. Sono il più forte.
DENTINO      Se volevo, ti buttavo a terra in un attimo.
GRAFFIO      Perché non l’hai fatto, Dentino?
DENTINO      Dopo ti metti a piangere.
GRAFFIO      Bugiardo. Stavo per vincere e ti sei ritirato.
DENTINO      Non ho paura di te.
GRAFFIO      Allora fatti sotto.
DENTINO      Sono stanco.
GRAFFIO      Perdi sempre, fratellino.
DENTINO      Se non la smetti…
GRAFFIO      Che cosa fai? Ti metti a piangere?
DENTINO      Smettila. Sta’ zitto.
GRAFFIO      Io non frigno mai. Tu sempre.
DENTINO      Sono più piccolo e ne approfitti.
GRAFFIO      Sempre la stessa storia. I lupi sono tutti grandi.
DENTINO      Alcuni lupi grandi sono piccoli.
GRAFFIO      Ascolta.
DENTINO      È il padre. Sta tornando.
GRAFFIO      Sì, ma c’è qualcosa che non va. È un ululato d’allarme.
DENTINO      Forse ha trovato la madre.
GRAFFIO      Sarebbe un ululato di trionfo.
DENTINO      Ho paura.
GRAFFIO      I lupi non hanno paura di niente.
DENTINO      Alcuni lupi senza paura hanno un po’ di spavento.
GRAFFIO      Gli rispondo che stiamo bene.
DENTINO      E la madre? Da quando è scomparsa, non mi sento sicuro.
GRAFFIO      Sei malato di cucciolite acuta. La madre torna presto, capito? Di’ che torna presto, se no ti picchio.
DENTINO      Torna presto.
GRAFFIO      Andiamo incontro al padre.


SCUOIO        Senti come ululano.
DISERBO      Bestie selvagge, fate schifo!
SCUOIO        Gli insegniamo noi a stare zitti.
DISERBO      Sì, siamo forti! Muti per sempre.      
SCUOIO        Difficile ululare se ti tagliano la testa.
DISERBO      Uh, che impressione. Ma come sei crudele.
SCUOIO        Hai ragione. La testa gliela tagli tu. Io gli tolgo la pelliccia.
DISERBO      Per forza, ti chiami Scuoio.
SCUOIO        Tuttavia… tu sei impegnato a distruggere la foresta. Non per niente ti chiami…
DISERBO      Diserbo.
SCUOIO        Le teste le taglio io. Sono preciso. Un bisturi vivente. Poi le imbalsamiamo e le vendiamo ai turisti.
DISERBO      Tante teste, tanti soldi.
SCUOIO        Furbi, noi.
DISERBO      siamo forti! Non siamo mica stupidi come i lupi che si fanno massacrare.
SCUOIO        Sono brutti, puzzano, hanno le pulci, sbavano. Ammazziamoli tutti.
DISERBO      Pam pam pam pam pam! Tutti morti. Aspetta. Ne è avanzato uno. Pam! Addio, lupi.
SCUOIO        Che dici, ci fidiamo della padrona?
DISERBO      Ha una grande esperienza. Il suo primo lupo l’ha fatto fuori che era una ragazzina.
                        A quel tempo la chiamavano Cappuccetto Rosso.
SCUOIO        Ora invece si chiama Cappuccetto Lupo. 

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