Claudio Facchinetti è stato tanto gentile da faxarmi l'articolo apparso su SIPARIO: "West Side Story a Milano".
L’ufficio promozione del Piccolo ha prospettato agli insegnanti della classe seconda O della scuola media “Arcadia-Pertini” al Gratosoglio la possibilità di incontri con Lupusagnus. Il drammaturgo Aquilino scrive un breve testo, Bande metropolitane, quasi un incipit, a misura di ragazzini, di Giulietta e Romeo (o di West Side story). In scena, il contrasto fra due bande di giovanissimi, sbruffoni e millantatori, violenti e sprezzanti a parole quanto goffi e teneri nella realtà: gli Scorpioni ricchi e arroganti, e gli Scarafaggi, poveracci e anarcoidi. La loro rivalità si complica però a causa di due innamoramenti, simmetrici e incrociati, delle sorelle di ognuno dei due capibanda per il leader della banda antagonista.
Questo lineare pretesto drammaturgico ha consentito ad Aquilino, al regista Stefano De Luca e all’attore Tommaso Banfi, pur nella brevità dei tempi (tre incontri per complessive sette ore), di mettere i ragazzi a contatto con modalità professionali di approccio al teatro.
Individuati gli interpreti degli otto personaggi (il resto della classe avrebbe interpretato il coro, sempre presente sul palcoscenico), si lavora sulla consapevolezza dello spazio, del corpo, della voce, sulle interazioni tra gli attori. Si caratterizzano i personaggi, si impostano gli interventi coreografici, i movimenti della gente per la strada, che commenta l’azione; si affinano le interpretazioni dei protagonisti e il ruolo del coro, fino a una prova filata, compresi i saluti finali. (…)
Mi dice Anna Piletti, responsabile per il settore presso il Piccolo Teatro: “L’esperienza mi pare positiva, e potrebbe essere un esempio da replicare, non con carattere di serialità, ma per progetti mirati e specifici (…)”.
Prendo atto di questa apertura positiva, che auspicherei si allargasse ulteriormente. Mi piacerebbe che la più importante istituzione teatrale italiana, per non dire europea, avesse una diversa consapevolezza del legame necessario che intercorre fra il vedere e il fare teatro; per motivi non solo culturali, ma di più alto profilo educativo. (…)
Nel teatro della scuola, il cammino per l’affermazione del partenariato è sicuramente ancora lungo e impervio, ma procede.
Questo lineare pretesto drammaturgico ha consentito ad Aquilino, al regista Stefano De Luca e all’attore Tommaso Banfi, pur nella brevità dei tempi (tre incontri per complessive sette ore), di mettere i ragazzi a contatto con modalità professionali di approccio al teatro.
Individuati gli interpreti degli otto personaggi (il resto della classe avrebbe interpretato il coro, sempre presente sul palcoscenico), si lavora sulla consapevolezza dello spazio, del corpo, della voce, sulle interazioni tra gli attori. Si caratterizzano i personaggi, si impostano gli interventi coreografici, i movimenti della gente per la strada, che commenta l’azione; si affinano le interpretazioni dei protagonisti e il ruolo del coro, fino a una prova filata, compresi i saluti finali. (…)
Mi dice Anna Piletti, responsabile per il settore presso il Piccolo Teatro: “L’esperienza mi pare positiva, e potrebbe essere un esempio da replicare, non con carattere di serialità, ma per progetti mirati e specifici (…)”.
Prendo atto di questa apertura positiva, che auspicherei si allargasse ulteriormente. Mi piacerebbe che la più importante istituzione teatrale italiana, per non dire europea, avesse una diversa consapevolezza del legame necessario che intercorre fra il vedere e il fare teatro; per motivi non solo culturali, ma di più alto profilo educativo. (…)
Nel teatro della scuola, il cammino per l’affermazione del partenariato è sicuramente ancora lungo e impervio, ma procede.
Tratto da “West Side Story a Milano”, in SIPARIO gennaio 2009, a cura di Claudio Facchinetti.
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