lunedì 22 marzo 2010

GLI DEI DELL'AMERICA


Il romanzo è stato primo in classifica, il film è secondo dopo "Alice". Gli americani lanciano un Harry Potter d'oltreoceano, ma costruito sulla cultura europea, che come al solito strapazzano e umiliano. L'avventura è condotta male, in modo superficiale e scontato, i personaggi sono figurine di cartone, i dialoghi con gli dei ridicoli, gli stessi dei sono ridicoli, gli effetti speciali di serie B. Insomma, un film da buttare nel bidone.
Ma mi importa far notare come dietro questi best-seller si celi spesso una vena di fascismo neocapitalista che dovrebbe preoccupare le persone oneste e democratiche.
Nel più puro spirito americano di valori ipocriti e di imperialismo conclamato, il rappresentante della loro gioventù è un semidio (ci viene rivelato che un altro semidio risiede alla Casa Bianca) che non si forma in un percorso di comprensione del mondo e di cooperazione con gli altri, ma di addestramento al combattimento. Quello americano è un mondo sempre in armi. Chi comanda è un dio bizzoso e autoritario e può scatenare una guerra da un momento all'altro. Un mondo pieno di mostri da uccidere. Un mondo, però, che offre anche divertimento: veline e droga. Vomitevole.
Patetica la ricerca del padre da parte dell'eroe protagonista. Troverà un padre (dio) libertino e menefreghista che ripeterà le parole di mille film targati Usa: non ti sono stato vicino, ma ti ho sempre pensato e quando avrai bisogno di me... Disgustoso.
E il cattivo chi è? Un altro giovane semidio che trama per detronizzare Zeus e comandare al suo posto. I giovani sono pericolosi, pretendono il potere che i vecchi hanno monopolizzato. Per farli stare tranquilli ci sono metodi efficaci: violenza, psicofarmaci, divertimenti sfrenati, cocaina, soldi... ma la carta vincente è renderli superficiali e imbecilli e questo film dà un valido contributo.

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