mercoledì 10 marzo 2010

POESIA TRENTADUE


Ci vuole un vento forte, di tempesta
che sibili sconquasso, fragoroso.
I suoi artigli con moto vorticoso
afferrino costoro di cui basta,
non si tollera più la guasta casta,
il limite ha passato, sia finita.
Li portino lassù tra terra e cielo,
dove l’aria non ha miasmi, è pulita,
e di colpo dagli occhi strappi il velo
che li ha resi ottimati vincitori
e non sono che feccia truffatori.
Nudi tra le nubi gli impenitenti
si proclamano già santi e innocenti
e allora dopo il vento una bufera
dalla voce fatale, forte e fiera
li porti via per sempre, e poi sia festa.

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