Domani mattina aereo per Cagliari. Giovedì incontro gli alunni della scuola elementare e media di Isili. Venerdì e sabato a Cagliari: incontri con i lettori, due laboratori di teatro incentrati sulla messa in scena di pagine degli ORRENDI PER SEMPRE e un laboratorio di filastrocche condotto con l'amico Nicola Cinquetti. Domenica mattina prendo il treno per Sassari, incontro Emanuela Stangoni di letteratura-per-ragazzi.it e rivedo con grande piacere i parenti che ho a Porto Torres: mia zia Bruna, i miei cugini Nadia e Roberto... Martedì torno a casa.
Ideato e organizzato dalle libraie di Tuttestorie, Cristina Fiori, Manuela Fiori e Claudia Urgu, in collaborazione con Bruno Tognolini, Vittoria Negro e i bibliotecari dei comuni coinvolti, il festival è presieduto dallo scrittore David Grossman.
Molti gli ospiti presenti: gli scrittori Marie-Aude Murail, Annabel Pitcher, Aquilino, Irène Cohen-Janca, CeciJenkinson, Perrine Ledan, Giovanna Zoboli, Alessandro Gatti, Fabrizio Silei e Alberto Melis, la parlamentare europea Rita Borsellino, il giornalista Marino Sinibaldi, il poeta Giuliano Scabia, gli illustratori Alessandro Sanna, Simone Frasca, Madalena Matoso, Lotte Braüning e Pia Valentinis, il musicista Paolo Fresu, i performer Elisa Fontana, Ljud Company e Takla, la cantautrice Rossella Faa.
Inoltre un'altra novità animerà la settima edizione: il Babbo Parking (spazio dedicato agli over 18) si rinnova e "intontisce magnificamente", con un programma di incontri, laboratori, performance, game-conference per adulti che hanno voglia di giocare e scoprire i bei libri per ragazzi. E' un invito a partecipare, anche senza l'alibi di dover accompagnare un bambino, con lo sguardo curioso e lieve di chi accoglie l'Incomprensibile senza fingere di aver capito tutto.
Un appuntamento imperdibile per piccini e grandi.
www.tuttestorie.it
Dalla presentazione di Bruno Tognolini:
’Incomprensibile nel dolore
Dice un personaggio di Bufalino: “Ho corso a capofitto attraverso la vita senza capirci niente”. Dolore è incomprensione di sé medesimi, quando l’autonarrazione si frantuma e nessuna cosa del proprio mondo pare più collegarsi a nessun’altra. È incomprensione di chi ci sta accanto: “sono incompreso”, dice l’adolescente; “non lo capisco più”, dice sua madre. È incomprensione degli stranieri, dei loro gesti, dei loro gusti, è il disagio doloroso che ne segue, che non sappiamo governare e bruciamo in rabbia e rifiuto. È incomprensione di certi bambini che a scuola appaiono distratti, iperattivi, e che sotto la pena degli esclusi celano talvolta intelligenze divergenti, destini da “geni incompresi”. E infine ecco l’Incomprensibile estremo, che dal dolore trascorre nell’orrore: l’inumano, l’abominio, qualcosa di tanto lontano da noi che possiamo solo chiudere gli occhi per non vederlo. E collocarlo nello spazio stellare degli alieni, negli abissi d’acciaio dei robot, mentre spesso è vicino a noi.
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