Nel tardo latino i termini facchino e becchino erano indicati dalla stessa parola, ovvero baiulus, nel senso di colui che trasporta pesi.
Del resto, Sant'Aquilino è diventato protettore dei facchini, perché il suo cadavere fu tratto da una fogna, nei pressi di Porta Ticinese, proprio da alcuni facchini, che da lì lo portarono nella vicina basilica di San Lorenzo.
Nell'urna d'argento e cristalli di rocca, il corpo del martire si conserva integro, con la testa staccata dal busto e i segni delle ferite al collo ancora visibili (Sant'Aquilino è, infatti, sempre rappresentato con un pugnale conficcato in gola).
Aquilino nacque a Würzburg, in Germania, da una famiglia nobile. Presto si avvicinò alla fede cattolica compiendo gli studi ecclesiali a Colonia, dove diventò prete. Rifiutò, però, la carica di vescovo che gli fu proposta, perché desiderava dedicarsi interamente al ministero e alla preghiera. Per questo fuggì a Parigi, dove curò gli ammalati di colera, guarendoli miracolosamente e, anche qui, gli fu offerto l'incarico di vescovo, che rifiutò nuovamente scappando a Pavia.
La città, però, era in mano a seguaci dell'arianesimo e del catarismo, eresie contro cui Aquilino predicava e che gli costarono la vita nel momento in cui si recò a Milano, dove, in una notte del 1015, venne accoltellato da un gruppo di eretici.
(di Francesca Belotti e Gian Luca Margheriti - fonte Vivimilano)
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