mercoledì 11 aprile 2012

CINA































Queen’s Road Central, Hong Kong: piano 26. Vedo solo grattacieli e uno spicchio di strada, ma non guardo. Lontano lontano montagne, ma più basse. Feng shui, vento e pioggia: grattacieli con un buco per fare passare il drago, forme bizzarre per assicurare benessere e serenità. La soglia da scavalcare: gli spiriti camminano in ginocchio e vengono respinti. Monumenti arzigogolati: deviano gli spiriti che si spostano solo in linea retta. Rosso e giallo. Aiole ovunque, giardini, parchi: miriadi di fiori. Mercato: sinfonie di carni, caleidoscopi di frutti, stordimenti di spezie, concerti di tessuti, cori di polli. Il grosso pesce venduto a tranci a partire dalla coda: metà corpo e ancora si dibatte. Tutto è vivo: polli, pesci, anguille, gamberi, tartarughe… e tutto è ucciso al momento. Anatre caramellate. Impalcature di bambù, un grattacielo rivestito di bambù. Appartamenti in affitto, si fa leva su x-box, flat pannel tv, wi-fi, hi-fi, iPad dock. Casse da morto con angoli smussati, il proprietario del negozio sulla soglia aspetta aspetta aspetta che qualcuno muoia. Autobus alti e stretti, interamente ricoperti da mega immagini pubblicitarie. Hollywood road park: tai chi solitario o in gruppo, maestra di arti marziali con due allievi. Card Octopus ricaricabile: metro, bus, traghetti e negozi. Magliette 30 hkd, tre euro. You need? You need? Se spieghi la mappa, qualcuno si affretta ad aiutarti. Sorrisi. Footbridge, cavalcavia. Decine di chilometri sopraelevati nelle pance dei grattacieli, una città pedonale: negozi e locali a non finire. Modellini in carta da bruciare per ottenere: automobili e case, salute e ricchezza dalle divinità spesso distratte. Le grandi statue di Buddha invitano a moderare i desideri. Gli anziani raccolgono e riciclano cartoni lattine plastica; le donne piegate in due, una vita a spingere carrelli troppo bassi. Dispensary: balsami e oli per tutti i mali, efficaci ed economici. La mascherina sulla bocca. Nel vicolo l’artigiano, per soffitto una lamiera. Sai wan, la spiaggia carezzevole. Pescatori offrono pesci dai colori iridescenti: la bellezza non salva dalla padella. Acquari che sono negozi e ristoranti acquari con pesci giganteschi. Ripe franose avvolte nelle reti e canalizzate. Sentieri da trekking per centinaia di chilometri. Nemmeno una cartaccia. Singapore Noodlee. Templi. Diecimila Buddha, nuvole di incenso. Preghiere brevi e assorte. Un tendone per il teatro dell’Opera, gradinate e palcoscenico in bambù. Parco Fuxing. Aquiloni manovrati da giovani e meno giovani. I papà giocano con i bambini. Un maestro di canto con due allievi. Cinquanta persone ballano. Un solitario si esercita con la spada. Maestri di tai chi. Tutti giocano e tutti imparano. Tutti cantano, tutti ballano, tutti ascoltano e osservano. Medici volontari visitano gli anziani. Altri volontari tagliano loro i capelli. Breve tragitto in traghetto per Kowloon: light show serale, folla ordinata e affascinata, milioni di foto. A Macao la pioggia scrosciante che annebbia e assorda. Shanghai, cena in The house of Roosevelt con vista sul Bund che avvolge in una fantasmagoria di luci. Aperitivo e whisky sulla terrazza più bella del mondo. Come dentro un videogioco. Meraviglia. Incanto. Grattacieli a colori, rive a colori, navi a colori. Nella scuola sotto casa i bambini bravi portano un nastro rosso, gli altri verde. Qualche mendicante, ben vestito. Anatra alla pechinese. Treno a trecento all’ora per Suzhou. Il giardino dell’Amministratore Umile: la bellezza affrontata da punti di vista sempre diversi. Il giardino sull’acqua, la Venezia d’Oriente: dalle abitazioni buie, piccole e sporche emergono piatti di fritture. Oriente: amore per la natura, armonia, rispetto, moderazione, cordialità, intelligenza, sensibilità. Sbarco a Malpensa: così piccola! Ritorno in Italia: così piccola! Spesso piccoli anche i suoi abitanti, più piccoli dei cinesi, più piccoli dentro.


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