Continua il lavoro su immaginazione e movimento. L’esercizio
che deve svolgere un interprete viene proposto a tutti. Ciò serve ad ampliare
la gamma delle abilità individuali e a sfruttare le buone idee interpretative di
tutti che si sviluppano solo con la pratica diretta.
Il primo esercizio è semplice: movimento fluido,
coerente con la musica, espressivo. Uno dopo l’altro i dieci lupacchiotti si
esibiscono e di volta in volta si esprimono commenti e valutazioni. Chi fa da
pubblico si allena a notare le ripetizioni, le invenzioni, l’efficacia
espressiva ecc. Insomma, ognuno ruba agli altri quanto appare nuovo e
interessante. C’è chi è più ricco di inventiva e chi meno, ma tutti danno il
loro apporto. Solo Giada accompagna gesti e movimenti con una mimica facciale
molto espressiva. Viene notata e a tutti rivolgo l’invito a fare altrettanto.
Come arrivare a quel risultato? Se la consegna si
limita a seguire la musica con il corpo, si assiste a una performance anche
fantasiosa, ma che sembra un involucro vuoto. Per dare corposità e significato,
suggerisco di utilizzare l’immaginazione. Devono vedere se stessi in una
foresta; ora scavalcano un ruscello, ora si abbassano a cogliere un fiore; ora
si tendono per raggiungere il frutto sul ramo; ora fuggono da una minaccia… L’esibizione
si riveste di suggestione e fascino. Ora non c’è solo un corpo che si muove
sulla musica, ma un attore che traccia storie nello spazio.
Quando Maela e Aurora entrano nella foresta, sono scortate
da Anima e Vegeta che poi si renderanno invisibili. Sono gli spiriti della
natura e per accentuare la loro essenza le fornisco di due teli leggeri da far
volteggiare. Come fare volteggiare un telo? Tutti affrontano l’esercizio e in
breve le idee da sfruttare sono molte. Telo fatto ondeggiare come un’onda, telo
sopra la testa fluttuante, telo tipo strascico gonfio, telo lanciato, telo
rasoterra… Ora Anima e Vegeta hanno a disposizione un database di “telo
fluttuante” a cui attingere per la loro performance.
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