mercoledì 27 novembre 2013

CALIGOLA DUE: MOSTRO PER AVERE TROPPO AMATO

Il Caligola di Tecneke è un "Caligola Scene" o "Scene da Caligola". Ho effettuato tagli notevoli. L'opera è lunga e complessa e una buona parte tratta dell'amore. Ho cercato una linea fluida che vertesse solo sulla visione di Camus del potere. Sia del potere politico sia del potere come volontà individuale, annientata dall'assurdità del mondo. Il nostro Caligola impersona l'assurdo in tutta la sua teatralità: dittatura e ingiustizia, morte capricciosa e terrore, poesia e solitudine, divinizzazione e suicidio... I tredici personaggi sono stati ridotti, gli interpreti sono solo cinque. Ogni agonista affronta più ruoli: attori, musicista, cantante, tecnico... Teatro fusion: voci, musiche, movimenti, costumi, oggetti, scenografia... tutto prende vita e concorre alla giocabilità dello spettacolo. Finora abbiamo sperimentato e ipotizzato. Ora ho finalmente un piano teorico di regia, frutto dell'osservazione. Limitato, per il momento, ai primi due atti (su quattro). Eccolo. Perché "mostro per avere troppo amato"? Perché chi vive tiepidamente e materialmente non scopre certo il mondo nel suo nonsenso, ma lo vede come un nido accogliente, al quale si adatta senza problemi. Chi invece conduce un'esistenza di passioni, chi cerca significati profondi, chi non si accontenta, chi infrange le regole per imporre regole più alte... costui corre il rischio di illudersi come ha fatto Caligola. Illudersi, per esempio, che amore e godimento estetico della vita possano durare. Illudersi sulla felicità. La disillusione può togliere i veli stesi sul mondo e mostrarlo nella sua casualità insensata. Caligola ora sa che mostro si nasconde dietro l'apparenza della società civile. Si trasforma egli stesso in mostro, per rivelare agli altri l'inferno che l'uomo si è costruito con le proprie mani. 

CALIGOLA

ATTO PRIMO, scene 2, 4, 6, 7, 11
Gli agonisti, mentre ancora il pubblico prende posto, portano in scena il telo bianco e lo stendono, fissandolo sotto i cubi laterali, su quello di destra si trova già la bambola Drusilla, sgonfia, con accanto la pompa. Al centro, contro il fondalino bianco, la sedia girevole di Caligola; a sinistra il porta abiti e il cesto con gli oggetti di scena; a destra il tavolino con i comandi per musiche e luci.
Caligola, nel frattempo, si sistema sulla sedia, le spalle al pubblico; gioca con il palloncino bianco. Cesonia va al tavolino, accende le luci su modalità sound.
Scena 2. Swing, dialoghi brillanti sotto il telo. Scandito e lento: Farne una malattia perché è morta comincia a essere eccessivo e bisogna essere spietati se poi questo danneggia lo stato. Tutti, meno Caligola, ripetono per conto proprio.
Scena 4. Stop musica. Caligola si gira a osservare i senatori che si muovono lenti sotto il telo. Va davanti a uno degli specchi e pronuncia la battuta.
Registrazione 1 del monologo di Caligola “ho corso tanto”. Uno dei senatori va al cubo e gonfia veloce la bambola. Gli altri senatori, lentissimi, vanno al porta abiti e si agghindano a piacimento. Si avvolgono infine nella toga e vanno a sedersi sui cubi con lo sguardo fisso sul pubblico.
Caligola e Cesonia dietro il fondale, in controluce, mimano il monologo: incontro, abbraccio, camminata, morte; “mostro, Caligola”: picchia pugni contro il fondale. In finale di monologo, Cesonia lo riporta al trono, ma lui si stacca e torna allo specchio per la battuta. Poi, mentre Cesonia torna alla sua postazione, va a prendere Drusilla e la appende al fondale; quindi sul trono.
Scena 6. L’intendente striscia sotto il telo ed emerge accanto a Caligola.
Caligola ha un atteggiamento tra l’irritato, lo sprezzante e il sarcastico. Tampina l’intendente che si sposta emergendo dal telo per le battute. Alla battuta “Non capisci niente” Caligola va a sedersi sul cubo di destra, il senatore raggiunge il collega sul cubo di sinistra. Caligola si esprime lento, come tormentato, finge un pensiero profondo. L’intendente gli si mette al fianco. “tutto fondamentale”: Caligola gli circonda le spalle con il braccio, confidenziale. La voce si abbassa, tono di complicità, di congiura. “sentite un po’”: cammina nervoso, dizione febbrile, seguito stretto dall’intendente. “appena i senatori”: scandito lento.
L’intendente manda via i senatori, poi va a sedersi con Cesonia sul cubo di destra, mentre Caligola sale in piedi sul cubo a sinistra.
Scena 7. Ora ha il tono di un predicatore bonario e ispirato, è un leader religioso, espone la volontà divina, è papale. Con sprazzi di ironia. “Sentitemi bene”: un urlo isterico.
Registrazione 2 “se il Tesoro”. I senatori sotto il telo danzano a ritmo. Caligola, ridendo, insieme a Cesonia lancia sul telo i palloncini colorati che se ne vanno da tutte le parti.
“Hai tre secondi per sparire. Sto contando: uno…”: urlo isterico.
Scena 11. Registrazione 3 “ecco cos’è”. Caligola si abbandona sul telo, sopra i corpi in movimento, mentre Cesonia sgonfia Drusilla. Allo stop, i senatori immobili distesi. Caligola si alza incerto, come ubriaco, recupera Drusilla, l’accartoccia, la esibisce (“gli mostrerò cose…”) e la butta via. “Fate entrare”: scandisce lento, trasognato. Intanto, i senatori strisciano fuori, si rintanano dietro il porta abiti.
Duetto recitato/cantato con Cesonia.
Caligola torna al trono, appoggia Drusilla sgonfia sopra il fondale.
“Venite”: i senatori strisciano e rotolano fino ai suoi piedi, sopra il telo. Ora Caligola ha un tono di profondo dolore, la voce rotta, quasi lacrimosa.
“Caligola”: un grido di sofferenza, poi il buio.
ATTO SECONDO, scene 1, 5, 9, 12, 14
Scena 1. Caligola sul trono di spalle, accasciato come una marionetta senza fili. Cesonia e Cherea tengono teso in verticale il telo, dietro il quale si alzano e si abbassano per dire le battute i due senatori, di volta in volta con indumenti diversi dai colori vivaci. Il porta abiti viene spostato dietro il telo, al centro. Recitazione buffa, da commedia. Solo alla battuta “ha ucciso mio padre” pausa e pathos; indossa toga.
Scena 2. I due senatori, con Cesonia, risistemano il telo sul pavimento con gesti convulsi, correndo da una parte all’altra. Cherea di fianco a Caligola, fa ruotare il trono.
“Sì, basta con le chiacchiere”: i senatori tornano sotto il telo. Cherea in piedi sul cubo-tribuna, stile da comizio.
“Attraverso Caligola”: Cherea al leggio, sulla sinistra (suona il basso?); i senatori spostano i cubi vicino a lui, si siedono. Caligola si sposta a destra dove c’è la pompa, sorretto da Cesonia, fatica a camminare e a stare eretto. Gonfia di nuovo Drusilla, con grande fatica. Cesonia canta: “Uccidere Caligola… della poesia” e “Se c’è un solo individuo puro… deve morire”. Le frasi vengono ripetute dai senatori, dapprima ognuno per conto proprio, poi in coro.
“io non ti capisco bene”: in piedi sul cubo, ancora come un comizio.
“cherea, tu hai parlato bene”: idem.
“sì, lasciamolo fare”: si spostano intorno a Caligola che finisce di gonfiare Drusilla.
Scena 5. Cesonia va a prendere il bambolo e i senatori lo gonfiano dopo avere sistemato i cubi. Caligola sistema Drusilla sul fondo, infilandola sul palo in modo che risulti in piedi; la saluta: “ciao, bella”.
“signori, un’esecuzione…”: alla mussolini; prende Cherea sottobraccio. “Soldati, sono fiero di voi”: tutti si schierano sull’attenti di fronte a lui che li passa in rassegna.
“Bene, divertiamoci” musichetta allegra, da festa. Caligola accenna a qualche passo di ballo con Cesonia.
“È anche vero…”: va accanto a Rufo che si sta gonfiando e ne mostra il volto. Stop musica.
“Mi sembri di pessimo umore…”: l’atmosfera cambia di nuovo. Pesante, funerea. Comportamento da sadico. Caligola torna sul trono. Gioca con Drusilla, la usa per il “contrario”, facendola ruotare. Cherea al basso, cupo.
“C’era una volta… dal cuore”: Caligola lascia Drusilla, mima con effetto tragicomico, prende la spada dal cesto e uccide il bambolo, mentre Cesonia canta le sue parole, Cherea al basso.
“… voglio vedervi ridere”: i senatori si mettono i nasi rossi da clown e si esibiscono fra grandi risate.
“Ma guardali”: i senatori si levano i nasi rossi, le espressioni diventano serie, cupe, spaventate; si rifugiano dietro il fondale. Muzio è un senatore che tiene il bambolo davanti a sé e gli dà voce e gesti.
Scena 9. Caligola dietro il fondale mima uno stupro con la bambola. Gli altri ansimano. Finito, rimette la bambola sul palo, poi va sul trono; i senatori sistemano il bambolo su un altro palo.
Registrazione 4 “dico che domani”: entrata forte della musica, recitazione tempestosa. I senatori sollevano il telo dagli angoli e lo fanno fluttuare in aria con violenza.
“Mangiamo, signori”: si mettono seduti in semicerchio, come su triclini, con i cubi al centro. Cesonia vi depone un vassoio con caramelle e cioccolatini che tutti degustano.
“L’esecuzione”: Elicone al leggio, Cherea al basso.
“Vorrei discutere”: Caligola in tondo, seguito dai senatori. Dialoghi svelti.
“…avere sonno”: Caligola si raggomitola sui cubi.
“È molto semplice”: Cesonia al microfono, cadenza cantilenante.
“Che cosa bevi, Mereia?”: cambia atmosfera, luce blu. Caligola di colpo violento. Butta a terra Mereia, gli pesa sul petto bloccandolo, ne fa il proprio sgabello…
Registrazione 5: “terzo delitto”, scansione dura, da campana a martello.
“Prendi. Bevi”: Mereia beve e muore. Caligola raccoglie il suo inalatore. Cherea e il senatore avvolgono Mereia in una toga e lo portano dietro il fondale.
Scena 12. Caligola accasciato sul trono. Cherea e senatore dietro il fondale con basso e percussione accompagnano il dialogo di Cesonia e Scipione. Cesonia recitar cantando.
Scena 14. Caligola in trono. Scipione interpretato da due senatori, seduti sui cubi a destra e a sinistra. A destra Scipione che si illude di poter stare ancora con Caligola; a sinistra Scipione che odia e disprezza il nuovo Caligola.
Registrazione 6: “la solitudine”, musica stridente, Caligola stacca la bambola e il bambolo, li maltratta, li butta sull’onda lenta e fantasmatica del telo sotto cui si sono rifugiati i senatori. In finale, ritorna sul trono.
“C’è sempre”: Scipione striscia fuori dal telo, si mette in piedi sulla destra. Si esprime con impaccio e imbarazzo.
“il disprezzo” Caligola lascia il trono e va lento dietro il fondale. Buio.



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