Cominciamo con una verifica della
memorizzazione. Bene, quasi tutti sanno la parte completa. Riscaldamento. Una
musica in crescendo. Parte con una percussione, poi uno dopo l’altro cinque
strumenti diversi. I lupacchiotti devono identificare ogni nuova entrata e
abbinare a ogni strumento una parte del corpo. Per esempio, posso battete i
piedi per il primo strumento a percussione, muovere braccio e mano per lo
xilofono, il bacino per gli archi e così via. Difficile, lo so. Ma li costringe
a segmentare il corpo e a fondere il corpo, differenziato, con il ritmo. Il
lavoro dell’anno scorso mostra i suoi frutti: i nuovi allievi faticano a capire
ciò che lega suono, ritmo e corpo; si dibattono come farebbero su una pista da
ballo, dedicando scarsa attenzione all’ascolto senza sforzarsi di operare un
maggiore controllo sul corpo.
La voce. Analizziamo alcune battute di ogni personaggio. Dapprima il
sottotesto. Che cosa intende comunicare il personaggio? Le appoggiature.
Scegliamo le parole e variamo l’enfasi della voce. Voce e corpo. Supporto l’espressività
vocale con gesti e posture. Voce e movimento. Segmentazione una battuta di
Aurora: “Qui è tutto… tutto così vero, così profumato e vivo”.
Qui è tutto: va a sedersi sul cubo e ci fa una rotazione completa
veloce
Tutto così vero: si sposta dove ci sono gli alberi e osserva le chiome
Così profumato: tende il braccio per indicare un uccello che vola via
e si sposta dalla parte opposta
E vivo: ritorna nella posizione di partenza, al centro del proscenio,
e appoggia la parola vivo a braccia spalancate.
Apprendere e memorizzare schemi di abbinamento voce-corpo-movimento
non è facile. Lo si vede nella scena successiva con Scuoio e Diserbo. Le loro
battute vengono ricostruite tenendo conto di:
-
appoggiature, pause, intensità, tonalità e
velocità della voce
-
gesti abbinati a parole
-
movimenti che creano le relazioni con lo spazio,
il partner e il pubblico
Non si tratta solo di memorizzare sequenze, ma di farlo con
consapevolezza. I lupacchiotti non devono solo scimmiottare quello che faccio
io, ma scovare in se stessi una versione personale e originale, e capire o
perlomeno intuire il significato delle parole sia a livello letterale sia di
motivazioni psicologiche, atteggiamenti, sottintesi.
Applausi per tutti.
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