"Kalon Ensemble" a Londra
Giovedì 3 novembre. Sono in pochi, dieci, dato che il laboratorio è
stato spostato da martedì a oggi. Cominciamo integrando lo schema alla lavagna:
il sottotesto porta a situazione, circostanze e attivazioni, ripartite in azioni
testuali e azioni psichiche. Due sole battute, una per personaggio: Se vuoi che
sia così, me ne vado. Addio / No. Rimani. Francesco e Giulio.
Guido l’interpretazione dello schema e scegliamo tra le varie risposte
per concretizzare una situazione: una coppia sposata si separa perché il marito
non tollera più che la moglie lo denigri e gli metta contro i figli. Dividiamo
in tre la prima battuta e costruiamo i movimenti semplici di Francesco. Giulio
è seduto e ha solo due parole: con la prima si tende verso Francesco, con la
seconda si alza e gli si accosta. Definiamo il succedersi degli stati d’animo e
invito a lasciar parlare il corpo sulla scia delle emozioni. Francesco trova un
piglio più deciso, che rasenta l’aggressività; Giulio cerca posture che
manifestino la paura del futuro.
Mi dedico al coro, dato che ci sono tutti e quattro i componenti.
Prendiamo la prima battuta e la dividiamo fra tre interpreti, con momenti d’insieme.
Il quarto, Francesco, canta su improvvisazione in sottofondo. Faccio leggere
più volte. Per loro è la prima esperienza di teatro, non hanno idea di come
impostare la voce. Li faccio scandire, aumentare l’intensità, battere sulle
finali… Invito Raffaele e Matteo ad accompagnarli con i tamburi a dita leggere.
Poi passo alla musica. Ho saccheggiato Youtube alla ricerca di brani etnici
mediorientali. Questa è assira, percussioni e sonagli. Dopo alcune prove in cui
apprezzano il risultato d’insieme (voce solista, coro, canto di Francesco,
musica), li metto tutti in pista a seguire con il corpo i ritmi orientali,
formando una giuria con Matteo, Giulio e Raffaele. Il loro metro di giudizio,
però, sarebbe valido in una discoteca, non qui. Dissento dalle loro indicazioni
e indico chi secondo me ha accompagnato meglio con il movimento libero i
cambiamenti di ritmo e melodia, Francesco S.
Esercizio: entrare nella propria camera e descriverla in modo
dettagliato. Ci provano in tre, ma faticano a capire l’attività. Devono
muoversi come se si trovassero davvero nella stanza, rispettando le distanze e
le misure, mimando i volumi, muovendo in modo appropriato lo sguardo… Le prime descrizioni
sono approssimative e il pubblico non
riesce a vedere con gli occhi dell’interprete. Via via correggo gli errori più
evidenti e ci sono miglioramenti. Come al solito, l’impulso è di fare in
fretta, mentre l’esercizio richiede calma e precisione.
Alla prossima.
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