Ieri è venuto Stefano De Luca a parlarmi di "Canicani". Mi ha portato le novità per la rassegna di febbraio al teatro Binario 7 di Monza. Tre rappresentazioni per ogni spettacolo della trilogia, apertura delle prove a un gruppo di studio, dibattiti con il pubblico... Ma soprattutto ci siamo incontrati per dare forma definitiva, o quasi, al testo.
L'abbiamo rivisto insieme, scena per scena, e ho accettato senza problemi i cambiamenti proposti, notevoli nella seconda parte. Era così che volevo lavorare e finalmente ora l'intesa è piena e feconda. Lui vede lo spettacolo sulla scena e io sulla carta. Le due posizioni non sono per niente inconciliabili. Anzi, la collaborazione porta a soluzioni inattese che soddisfano sia il regista sia il drammaturgo. Purché, naturalmente, sia l'uno sia l'altro siano disposti ad ascoltarsi e nessuno dei due assuma l'atteggiamento infantile e arido del "genio". Il nostro purtroppo è un paese che produce geni a dismisura. Quasi tutti bufale. Ora riscriverò il secondo atto, lo spedirò a Stefano e lui sperimenterà soluzioni espressive varie con gli attori. Ci incontreremo di nuovo e si arriverà alla stesura definitiva del copione. Nel frattempo, si sarà chiarito anche le idee sulla forma musicale con Marco Mojana e potrò così scrivere le canzoni.
Bello fare teatro così. Scoprendone insieme la magia. Ieri ci pareva di avere già davanti agli occhi "Canicani" e attorno a noi prendevano forma emozioni intense.
Bello fare teatro.
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