Cinque ore per allestire
uno spettacolo sono poche, e non assicurano la perfezione. Siamo i primi a
saperlo. Ma siamo anche convinti che molte operazioni di perfezionamento
pignolo e sapiente vengono effettuate su messe in scena scipite, banali e prive
di emozioni. Allora viva questa Artemisia esplosiva, calda, penetrante,
emozionante e commovente! Un'ovazione, la gente tutta in piedi ad applaudire. Alla fine, abbiamo visto gente con le lacrime agli
occhi e se questo non è uno degli obiettivi del teatro… Non abbiamo fatto
piangere con i meccanismi struggenti e inconsistenti di una telenovela, ma con
la verità di un personaggio forte, che non ha mai soffocato i propri sentimenti
e le proprie passioni. L’abbiamo fatto con semplicità, senza presunzioni,
cercando dentro di noi le rispondenze tra parole e stato d’animo, donando al
pubblico la nostra autenticità interiore.
Teatro povero, con
effetti speciali più di idee che di tecnologia. Un gioco tra recitazione e
musica che va alla ricerca del punto di unione, del ritmo che le fonde e si
riverbera nell’animo. Teatro che sorprende, emoziona, affascina, ecco il nostro
manifesto.
Se abbiamo occasioni di
replicarlo, lo perfezioniamo, certo. Ieri sera comunque è piaciuto molto così e
ne siamo contenti. Sono soddisfatto di Laura, davvero appassionata e vera.
Soddisfatto dell’esordio di Carlo e Lorenzo; emozionati, ma calati nella parte da
autentici professionisti. Soddisfatto delle loro straordinarie musiche
originali, un valore che sorprende coloro che ritengono i giovani solo dei
perditempo. Un grazie a tutti i partecipanti.
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