Tommaso (Lupusagnus, http://www.lupusagnus.com/chi_siamo.html) arriva puntuale con Nenè, il suo husky. Poco dopo, ecco anche Betti. Andiamo subito dai ragazzi che ci stanno aspettando. Gli spiego il piano di regia per "Death watch": tre interpreti (Gilberto, Giovanni e Nicola), ma un unico personaggio, Zaccheo, il condannato in attesa di esecuzione; due musicisti, uno alla chitarra (Carlo) e uno al computer (Lorenzo): una colonna sonora di melodie, ritmi e rumori ambientali. Sul pavimento sono segnate le tre celle che offrono uno spazio d'azione claustrofobico.
Dapprima, lo spazio.
Tommaso fa prendere coscienza della sua estensione, poi dei suoi confini: la camminata da "belva in gabbia" si fa precisa, segnala le distanze e gli angoli, la consistenza delle pareti. La postura, lo sguardo.
I ragazzi camminano camminano... Nelle tre anguste celle nascono stimoli e improvvisazioni: che cosa succede quando ci si trova a contatto? Il muro che divide si disintegra, i ragazzi che s'incontrano ruotano e si ritrovano l'uno nella cella dell'altro: anche nelle condizioni più coercitive si trovano modi per comunicare.
Spazio e corpo: geometrie di spalle e mani che si toccano, di figurazioni a tre per manifestare che la vittima è una, sempre quella, da millenni; ma si moltiplica in continuazione come in un gioco crudele di specchi: io vittima, ti guardo, tu vittima...
Poi, la voce.
La voce che va vicino e quella che va lontano, la voce che rimane chiusa in cella e quella che raggiunge in linea retta il pubblico. La voce sussurrata e gridata, la voce concitata, la voce che spiega, che racconta, che esprime. La voce e la chiarezza: la velocità, la scansione, l'emissione completa della parola...
Un lavoro intenso e prezioso.
Se ne portano via tante idee per la regia e voglia di fare.
A mezzogiorno tutti a pranzo a casa mia: un vassoio di golosità casalinghe portato via ieri sera dall'Artemisia a Mezzomerico, minestrone, patate e gelatina di cipolle, formaggi e gelatina di ribes, brisé di zucchine, i tortini alle mele di Giovanni, una torta al cioccolato con gelato di soia...
E una bella conversazione.
Grazie, Tom.
Nessun commento:
Posta un commento