Lo spettacolo è pronto, rimane solo da perfezionare
la memoria. Un problema per molti bambini, quello della memoria. La scuola, in
questi ultimi anni, ha deciso che fa parte delle attività (memorizzazione,
calcolo, ortografia, esposizione orale e scritta…) considerate obsolete. Grave
errore. Perfezioniamo anche i movimenti, ma ora è tutto più semplice. I piccoli
attori hanno sviluppato una maggiore consapevolezza del corpo nello spazio e dell’espressività
della voce. Ora ci si capisce.
La partecipazione al “Franco Agostino
Teatro Festival” di Oleggio è una buona occasione per affrontare il pubblico di
un “teatro grande” e per confrontarsi con altri gruppi.
Manca quasi un’ora alla loro esibizione,
ma c’è un improvviso cambio di scaletta e i Passerotti vengono sollecitati: sul
palco, sul palco, tocca a voi! Bisogna correre. Devo piazzare la porta e le
sedie, sistemare il tavolino con il computer e gli amplificatori… Inevitabile l’ansia.
A sipario chiuso, sentiamo il presentatore annunciarci, ma noi non siamo
pronti. Qualcuno scoppia a piangere. Mi chiamano. Che cosa posso fare? Sbattono
bambini di nove anni sul palcoscenico senza tanti riguardi e le conseguenze sono
inevitabili. Ma quando finalmente tutto è pronto, avviene il prodigio. Gli otto
bambini entrano in scena con la sicurezza dei professionisti. Non un’incertezza.
Non un errore. A testa alta, fieri e consapevoli di sé, recitano per quindici
minuti senza una sbavatura e senza mai tradire il ritmo. La voce di qualcuno
andrebbe rinforzata, qualche battuta rallentata… ma è un debutto difficile e se
la cavano in modo egregio. Si meritano tutti gli applausi, e ne meriterebbero
di più.
Il loro teatro è dignitoso, efficace,
educativo. Su che cosa è fondato? Consapevolezza del corpo in uno spazio
definito. Espressione di contenuti psichici mediante il gesto, la mimica e il
movimento. Attenzione all’essenza del ritmo e della musica e ascolto non solo
con l’orecchio, ma con tutto il corpo. Concentrazione non solo su di sé, ma
sulle relazioni con i partner. Cooperazione. Autocontrollo e disciplina.
Valorizzazione della frase e della parola. Immaginazione. Concentrazione sull’attività
in corso. Gestione del rapporto con il pubblico...
Un teatro ordinato e bello da vedere,
che non sia confuso, che non veda bambini inchiodati in una posizione a
ripetere parole imparate a memoria senza capirne davvero il significato, un
teatro vivo e mai noioso, un teatro che rispetti i bambini offrendo loro tematiche
adeguate, un teatro che fa assolutamente a meno di volgarità e mezzucci
televisivi.
Grazie, attori di “Dietro la porta”.
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