Sala stipata venerdì sera per la
presentazione di “Tecneke” all’Enaip di Oleggio. Di fronte al pubblico il
direttivo composto da Marina Betti, Benedetta Bonacina, Silvia Camera, Gianna
Cannaos, Ileana Corradi, Michela Criscuolo. La presidente Alba Galbusera illustra
le finalità dell’associazione e il direttore artistico Aquilino presenta il
programma. In cantiere ci sono due spettacoli. “Death watch” debutta a
Borgomanero il 29 maggio ed è a Oleggio il 30 giugno, nel chiostro del Museo
Civico. Sarà replicato all’Enaip di Oleggio e Novara e presentato ai giovani
del festival “Novara one love” presso il circolo Big Lebowski a luglio. Testo e
regia di Aquilino, interpretato da Nicola Crippa, Alba Galbusera, Gilberto
Gerundini, Giovanni Gerundini; di Lorenzo Crippa e Carlo Fanchini sono le musiche
originali dal vivo, di Monica Ergotti l’ottimizzazione dei movimenti. Vi si
raccontano le ultime ore di un condannato a morte.
“L’ultima fermata”, di Aquilino, regia
di Benedetta Bonacina, con Alba Galbusera, Michela Gatti e Monica Ergotti,
presenta l’incontro tra una misteriosa immigrata e una donna che dovrebbe partire
per una vacanza; è l’incontro tra due dimensioni parallele che trovano il modo
di comprendersi e di avviare un percorso comune.
Prende la parola Alessandra Alessandri a
nome della rappresentanza del Gruppo 46 di Amnesty International di Novara che
espone i dati sulla pena di morte nel mondo e invita a firmare due petizioni.
La collaborazione con Amnesty continuerà a ogni replica di “Death watch”.
Tommaso Banfi, affermato attore di
Milano, ribadisce la validità di un teatro che nasce dal basso con ambizioni
serie e motivate.
Subito dopo, il pubblico assiste ai trailer delle due opere che incontrano
il favore del pubblico, manifestato con lunghi applausi. Un goloso e ricco rinfresco
viene offerto dalla panetteria Manfredino e dall’azienda vinicola “Il Roccolo”
di Mezzomerico.
Dalla presentazione: “Non abbiamo soldi,
non abbiamo mezzi, non abbiamo una sede, ma abbiamo idee, capacità e
determinazione. Non abbiamo niente, eppure abbiamo tutto. Partiamo da questo,
che può sembrare poco e a me sembra tanto. Siamo convinti che non sia
importante avere, e che prima di essere si renda necessario il voler fare.
Vogliamo tentare di spingerci al di là
della filodrammatica e del teatro d’evasione, verso un’idea di teatro che lo
raccordi alla vita autentica e ai suoi significati universali. Un teatro di pensiero,
parola, danza e musica, di coinvolgimento non solo intellettuale, ma anche ritmico
e visivo. Un teatro che emozioni e risvegli curiosità e interessi, che non proclami
e non moralizzi, ma raggiunga il pubblico in modo più incisivo e vero della
televisione e del cinema.”
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