lunedì 31 marzo 2008

POESIA SEDICI


Mi guardi e distogli lo sguardo, mi tocchi e ritrai

la mano, ti attorcigli attorno al mio stupore

poi disciogli le spire in un sospiro; ti contorci;

mi sfuggi; mi cerchi; mi parli; taci;

e dopo avermi impastoiato con destrezza,

ridendo della mia incertezza, con un grido buffo

esprimi la noia, per umiliarmi, e poi ridi ancora,

per sconcertarmi; quando ti lascio

raccolgo i lacci della mia prigionia

vago infelice della tua libertà.

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