Angelo Del Boca, "Italiani brava gente?", Neri Pozza 2005.
"Anche se incompleto, il quadro che presentiamo dei crimini di ghuerra compiuti da italiani negli ultimi centocinquant'anni ci sembra tuttavia sufficiente per poter formulare un severo giudizio di condanna. Ciò non vuol dire che gli italiani guidino la classifica delle imprese delittuose. Essi sono però alla pari - certamente secondi ai nazisti - degli altri popoli che, nello stesso periodo di tempo, hanno promosso campagne coloniali e hanno preso parte agli ultimi due conflitti mondiali. Gli italiani, però, si differenziano nettamente dagli altri popoli per il continuo ricorso a uno strumento autoconsolatorio, il mito degli italiani brava gente, che ha coperto, e continua a coprire, tante infamie." (pag. 306)
Infatti ricordo, da giovane, le discussioni con gli amici: sì, fascisti, ma non nazisti, noi non abbiamo fatto...
E invece abbiamo fatto di tutto. Abbiamo usato i gas (primi in Europa) in Libia, bruciato vive le famiglie nelle capanne, organizzato campi di concentramento per massacrare e far morire di fame la popolazione, fatto a pezzi, mozzato teste, giocato alla caccia al negro (cui partecipò anche Indro Montanelli)... 40.000 morti ammazzati solo in Libia. E abbiamo anche tentato il genocidio nei Balcani (altro che foibe!) e siamo stati considerati peggiori dei tedeschi in Slovenia e in Russia. E in Cina? Uomini come bestie da macellare. E abbiamo torturato innocenti, solo per dare l'esempio. Documenti agghiaccianti quelli di Graziani, Badoglio, Mussolini... per citare solo alcuni degli innumerevoli criminali di guerra, tutti impuniti, tutti poi protetti da De Gasperi. Anzi, a molti boia sono state intitolate vie e piazze, e sono onorati nei paesi di nascita come eroi.
Begli eroi, gli eroi italiani!
Tra l'altro, i fascisti hanno ammazzato anche migliaia di preti, diaconi e chierichetti in Etiopia., solo perché qualcuno di loro aveva magari dato da mangiare ai ribelli. Ma di loro la Chiesa si è subito dimenticata. Nessun santo, da quella parte. Sono solo negri.
E insomma che bisogno abbiamo di temere albanesi, romeni, marocchini, cinesi? Gli animali più feroci ce li abbiamo già qui, sono i nostri vicini di casa, sono italiani. In un attimo, basta che qualcuno gli dia il via, da buoni padri di famiglia si trasformano in feroci massacratori di donne e bambini. Proprio come i cagnacci che portano a spasso, che di colpo azzannano alla gola senza motivo. Gli italiani un motivo ce l'hanno, anzi più di uno: il patriottismo bastardo, il razzismo, il fanatismo religioso ipocrita, il maschilismo, l'adorazione della figura forte... e poi anche l'ignoranza, la meschinità, la vanagloria, la malvagità che diventa ferocia, e un'intelligenza tanto piccola che lascia sempre inattivo il cervello.
Infatti, odiano le persone intelligenti e sensibili, detestano la cultura e l'arte. E amano tanto la televisione.
C'è da avere paura, a essere italiano tra gli italiani.
E che dire del film libico "Il leone del deserto" del 1981 con Anthony Quinn, Rod Steiger e Oliver Reed? "Danneggia l'onore dell'esercito", dirà Giulio Andreotti. Censurato. Invece Lo storico inglese Denis Mack Smith ha scritto sulla rivista Cinema nuovo: "Mai prima di questo film, gli orrori ma anche la nobiltà della guerriglia sono stati espressi in modo così memorabile, in scene di battaglia così impressionanti; mai l'ingiustizia del colonialismo è stata denunciata con tanto vigore... chi giudica questo film col criterio dell'attendibilità storica non può non ammirare l'ampiezza della ricerca che ha sovrinteso alla ricostruzione". (Eric Salerno, Genocidio in Libia, Roma, 2005, p. 15).
Bisognerà aspettare l'11 giugno 2009 per vederlo in Italia su Sky.
Riparlando di radici, non si è più onesti e obiettivi e assennati a riconoscerle in libri come questo di Del Boca che non nella Bibbia?
Comoda, la Bibbia. Tutti fermi tutti zitti, parla Lui.
"Anche se incompleto, il quadro che presentiamo dei crimini di ghuerra compiuti da italiani negli ultimi centocinquant'anni ci sembra tuttavia sufficiente per poter formulare un severo giudizio di condanna. Ciò non vuol dire che gli italiani guidino la classifica delle imprese delittuose. Essi sono però alla pari - certamente secondi ai nazisti - degli altri popoli che, nello stesso periodo di tempo, hanno promosso campagne coloniali e hanno preso parte agli ultimi due conflitti mondiali. Gli italiani, però, si differenziano nettamente dagli altri popoli per il continuo ricorso a uno strumento autoconsolatorio, il mito degli italiani brava gente, che ha coperto, e continua a coprire, tante infamie." (pag. 306)
Infatti ricordo, da giovane, le discussioni con gli amici: sì, fascisti, ma non nazisti, noi non abbiamo fatto...
E invece abbiamo fatto di tutto. Abbiamo usato i gas (primi in Europa) in Libia, bruciato vive le famiglie nelle capanne, organizzato campi di concentramento per massacrare e far morire di fame la popolazione, fatto a pezzi, mozzato teste, giocato alla caccia al negro (cui partecipò anche Indro Montanelli)... 40.000 morti ammazzati solo in Libia. E abbiamo anche tentato il genocidio nei Balcani (altro che foibe!) e siamo stati considerati peggiori dei tedeschi in Slovenia e in Russia. E in Cina? Uomini come bestie da macellare. E abbiamo torturato innocenti, solo per dare l'esempio. Documenti agghiaccianti quelli di Graziani, Badoglio, Mussolini... per citare solo alcuni degli innumerevoli criminali di guerra, tutti impuniti, tutti poi protetti da De Gasperi. Anzi, a molti boia sono state intitolate vie e piazze, e sono onorati nei paesi di nascita come eroi.
Begli eroi, gli eroi italiani!
Tra l'altro, i fascisti hanno ammazzato anche migliaia di preti, diaconi e chierichetti in Etiopia., solo perché qualcuno di loro aveva magari dato da mangiare ai ribelli. Ma di loro la Chiesa si è subito dimenticata. Nessun santo, da quella parte. Sono solo negri.
E insomma che bisogno abbiamo di temere albanesi, romeni, marocchini, cinesi? Gli animali più feroci ce li abbiamo già qui, sono i nostri vicini di casa, sono italiani. In un attimo, basta che qualcuno gli dia il via, da buoni padri di famiglia si trasformano in feroci massacratori di donne e bambini. Proprio come i cagnacci che portano a spasso, che di colpo azzannano alla gola senza motivo. Gli italiani un motivo ce l'hanno, anzi più di uno: il patriottismo bastardo, il razzismo, il fanatismo religioso ipocrita, il maschilismo, l'adorazione della figura forte... e poi anche l'ignoranza, la meschinità, la vanagloria, la malvagità che diventa ferocia, e un'intelligenza tanto piccola che lascia sempre inattivo il cervello.
Infatti, odiano le persone intelligenti e sensibili, detestano la cultura e l'arte. E amano tanto la televisione.
C'è da avere paura, a essere italiano tra gli italiani.
E che dire del film libico "Il leone del deserto" del 1981 con Anthony Quinn, Rod Steiger e Oliver Reed? "Danneggia l'onore dell'esercito", dirà Giulio Andreotti. Censurato. Invece Lo storico inglese Denis Mack Smith ha scritto sulla rivista Cinema nuovo: "Mai prima di questo film, gli orrori ma anche la nobiltà della guerriglia sono stati espressi in modo così memorabile, in scene di battaglia così impressionanti; mai l'ingiustizia del colonialismo è stata denunciata con tanto vigore... chi giudica questo film col criterio dell'attendibilità storica non può non ammirare l'ampiezza della ricerca che ha sovrinteso alla ricostruzione". (Eric Salerno, Genocidio in Libia, Roma, 2005, p. 15).
Bisognerà aspettare l'11 giugno 2009 per vederlo in Italia su Sky.
Riparlando di radici, non si è più onesti e obiettivi e assennati a riconoscerle in libri come questo di Del Boca che non nella Bibbia?
Comoda, la Bibbia. Tutti fermi tutti zitti, parla Lui.
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