mercoledì 31 dicembre 2008

LIBRI PER GENNAIO

Di Robyn Young CROCIATA, preso perché ho letto il primo, "Anima mundi". Scrittura tiepida, molte scintille e poche fiamme. Spero di appassionarmi di più a L'EREDE DEL TEMPLARE di Jan Guillou, di cui avevo letto con piacere i primi tre titoli. Un poco di filosofia adatta a uno scrittore: di Lido Valdrè IL LINGUAGGIO DELLE EMOZIONI. Le quasi ottocento pagine di Robin Hobb, scrittrice che amo proprio per la lentezza di scrittura, un largo fiume placido a cui affidarsi senza patire dell'ansia del turista che vuole vedere tutto in fretta e senza approfondimenti: IL DESTINO DELL'ASSASSINO, la conclusione della storia di Fitz Chevalier.
E infine STECCHITI E CENSITI di Michael Largo: "Nel '700 le cause descritte di morte erano meno di 100 (cioè un'inezia). Oggi le cause certificate sono più di 3.000, dalle più tradizionali e scontate alle più rare e incredibili..."

Un libro affascinante, no? Tra i miei progetti di scrittura ci sono un libro sul diavolo, uno sulle sante visionarie e uno sulla morte, non so ancora se prosa o teatro.

SCRITTURA TRA UN ANNO E L'ALTRO

Ieri ho finito la nuova stesura di VERGINELLA, l'opera seconda di Lupusagnus dopo MAMMA MAMMAZZA. Ora ne sono soddisfatto, penso di avere trovato il registro giusto per fondere la cornice con il nucleo drammatico. Nelle intenzioni di Lupusagnus c'è un secondo "laboratorio anteprima" con gli universitari di Milano. Saranno incontri interessanti e coinvolgenti, perché il testo propone tematiche forti, ha una struttura originale, può essere affrontato da più punti di vista e su diversi livelli. Ne scaturiranno stimoli e nuove idee sia per la regia di Stefano sia per una mia ultima revisione.

Ho cominciato a leggere "La mia vita nel braccio della morte" di Richard Michael Rossi, un libro che appassiona, intristisce, fa arrabbiare. Bella cosa la giustizia nei paesi civili! In elenco ci sono anche "I racconti del boia" di Francesco Graziani e "In diretta dal braccio della morte" di Mumia Abu-Jamal. Con il materiale che mi ha fornito Tommaso dovrei essere in grado tra poco di c partire con la scrittura di DEATH WATCH - BUONO COME IL PANE il monologo sulla pena di morte, la storia di Zaccheo che cucina per i condannati.


Ho finito anche L'ISOLA DI ZIGO ZAGO, il copione in rima per la scuola dell'infanzia "Il girotondo" di Castelletto Ticino. Quest'anno farò solo due incontri con i bambini, ma saranno sufficienti per coordinare la messa in scena, considerata l'esperienza acquisita dalle maestre.
Nei prossimi giorni finisco la revisione di LA REGINA DI TUTTE LE STRADE, un testo di teatro per due attrici che manderò a un concorso.
Dopodomani riprenderò la scrittura di HORROR TEAM, il libro in collaborazione con Simone Nuzzi. Dovremmo finirlo entro gennaio.
Ho anche rifinito L'ASSAGGIATORE DEL RE, in vista della sua messa in scena. Forse dovrò riscrivere un vecchio monologo per attrice, SIGNORA FINO IN FONDO. Mi daranno la risposta in questi giorni.
E questo è tutto.


lunedì 22 dicembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 14

Ringrazio Rossana Barbati che mi dà modo di pubblicare anche questo video. Ieri sera il gran finale di "Mamma mammazza", con tanto di scaramantici inconvenienti tecnici (qualcosa bisogna sempre pagare). Pubblico numeroso, applausi ancora convinti e generosi, i complimenti spontanei e sinceri dopo lo spettacolo, una video intervista da KLPTEATRO.IT, un pandoro al cioccolato nell'atrio, il brindisi a Lupusagnus, la serata dedicata a Jannacci nello spazio adiacente con una marea di anziani per i quali l'Atir Teatro ha organizzato anche una lotteria, tanti saluti, tanti abbracci... e rimaniamo in attesa di rivedere lo spettacolo a Milano, a Roma... e pensiamo già a "Verginella" e a "Death watch-Buono come il pane".
Altre avventure. Per il momento ci godiamo questa bella accoglienza al primo spettacolo.
E' stato un mese intenso, avanti e indietro da Milano. Ma è andato tutto bene: bene il seminario, bene il convegno, bene il laboratorio nella scuola...
Lupusagnus è forte perché è vero e ha i piedi per terra, perché è onesto e genuino, perché ha cose importanti da dire e sa dirle con originalità e capacità, perché è semplice e diretto, perché è vivo e vitale.

domenica 21 dicembre 2008

UN'AMICA




Rossana Barbati, l'autrice dei video del Laboratorio Anteprima, mi si presenta al Teatro Ringhiera: "... sai che siamo concittadini?". E' di Tradate, dove io sono nato.
"Sono una studentessa universitaria in procinto di laurearsi in Media Design presso la Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano. Il mio sogno è diventare regista. Adoro fare riprese video,montaggi e compositing... "


Volete conoscerla? Cliccate http://www.rossanabarbati.com/

MAMMA MAMMAZZA 13

E per finire torniamo all'inizio. I due promo realizzati da Stefano De Luca nei primi giorni di vita di "Mamma mammazza".



sabato 20 dicembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 12


LABORATORIO DI LUPUSAGNUS PER LA SCUOLA MEDIA


PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA
Laboratorio in occasione di “Mamma mammazza”
“Lupusagnus nella scuola media”
12 - 15 - 19 dicembre 2008


Il laboratorio, per un totale di sette ore, si è svolto presso la Scuola Media “Arcadia-Pertini” di via dell’Arcadia in zona Missaglia. Ha interessato la classe Seconda sez. O a orientamento musicale, composta da 22 alunni, 10 maschi e 12 femmine.
Il progetto è stato seguito dai docenti Nadia Da Rold, di Lettere, e Paolo Gaino, di Sostegno.

Venerdì 12 dicembre, dalle ore 10.00 alle ore 13.00
Sono presenti il regista e l’autore di “Mamma mammazza”, Stefano De Luca e Aquilino.
Si presenta “Bande metropolitane”, un incipit di cinque cartelle alla cui messa in scena di lavorerà.
Plot: due bande di città, gli Scorpioni ricchi e sprezzanti e gli Scarafaggi poveri e popolari, si affrontano e si scontrano sotto gli sguardi della gente. Le sorelle dei copobanda sono innamorate ognuna del capobanda nemico.
I personaggi sono otto e vengono subito reperiti gli interpreti. Il resto della classe interpreterà la gente per strada e sarà sempre presente sul palcoscenico.
Training: esercizi sulla consapevolezza dello spazio e sulle interazioni tra gli attori.
Ricerca delle caratterizzazioni dei personaggi. Prove della prima parte.

Lunedì 15 dicembre, dalle ore 11.00 alle ore 13.00
Sono presenti Aquilino e Tommaso Banfi.
Esercizi sulla consapevolezza corporea e sulla voce. Ascolto delle musiche mixate per lo spettacolo. Interventi coreografici: i movimenti della gente per strada che diventa il coro e commenta l’azione.
Rifinitura della caratterizzazione degli appartenenti alle bande. Esercizi di interpretazioni per le due innamorate.

Venerdì 19 dicembre, dalle ore 11.00 alle ore 13.00
È presente solo Aquilino accompagnato da Claudio Filippelli, giornalista ed esperto di teatro per ragazzi, che scriverà un articolo per “Sipario”.
Gli alunni hanno studiato alla perfezione tutte le parti, per cui si può procedere e mettere in scena tutto il testo. Ci sono delle sostituzioni di interpreti perché molti hanno manifestato il desiderio di sperimentare il lavoro dell’attore.
Si rifinisce la prima parte, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della gente per strada. Ognuno si caratterizza in modo diverso. Si stabiliscono gli interventi del “coro” sia come movimenti sia come commenti a quanto avviene in scena.
La coreografia viene così definita.
Si prova anche la seconda parte e si può infine rappresentare nella sua totalità lo spettacolo, compresi i saluti finali.

COMMENTI
Invitati a esprimere la loro opinione, gli alunni si sono detti entusiasti dell’esperienza. Un poco delusi alcuni del “coro”. Inizialmente più distaccati, hanno poi espresso il desiderio di interpretare anche loro un personaggio.
Se si dovesse ripetere il laboratorio, occorre un incontro iniziale dell’autore con la classe, in modo che il testo venga scritto su misura.
La durata dovrebbe essere di una decina di ore, in modo da consolidare i risultati con alcune prove finali.

MAMMA MAMMAZZA 11


L' ordinaria follia di una madre feroce
Repubblica — 19 dicembre 2008 pagina 19 sezione: MILANO



La famiglia è nido di orrori e atrocità, come spesso mostra la cronaca e da sempre insegna il teatro, dalla tragedia greca in su. Un tema denso, che la neonata compagnia Lupusagnus, formata da cinque attori e un regista ex allievi di Giorgio Strehler, sceglie per la sua prima pièce, Mamma mammazza, lavoro che inaugura anche la collaborazione con Aquilino, psicoterapeuta e scrittore per l' infanzia al suo esordio come drammaturgo. Una scrittura, la sua, che con le armi del comico esaspera la crudeltà di un rapporto madre-figlio malato: lui, un eterno bambinone con il gusto per una certa innocua perversione, ha esibito ciò che non si deve a una ragazza al parco, e la madre coglie l' occasione dell' indagine di un improbabile commissario per vendicarsi di un figlio odiato da sempre, fino all' epilogo preannunciato dal titolo. Il carnefice diventa così vittima di una truculenta Medea di periferia, che lo umilia, lo insulta e gli infligge torture con spilloni e ferri da stiro roventi, in un crescendo grottesco assecondato dalla regia mossa di Stefano de Luca, che inquadra il tutto tra citazioni video e musicali del cinema noir anni ' 50, e dall' interpretazione divertente e divertita degli attori, bambineschi burattini sadici e meschini.

SIMONA SPAVENTA


Ecco il video realizzato da Rossana Barbati sulla lettura dell'incipit di "Papà papazzo", ipotesi di sequel, effettuata prima dai ragazzi del laboratorio e poi dagli attori di Lupusagnus.



Sempre di Rossana Barbati il video sul laboratorio e quello trailer.



domenica 14 dicembre 2008

POESIA VENTIQUATTRO


Oggi più che mai, che dell’inverno il fiato
è cielo di vapori cupi – spettri di nubi, lo sguardo fugge
via dalla finestra: cumuli di foglie fradice
merli muti vàgoli e gocciolari gelidi
la mandibola scesa gli occhi fondi e lo zigomo
duro, mai più mai
più parole, tu
che già ne fosti parco, mai più. Sceso dentro di te
l’inverno del mio giardino, che avrò sempre qui
alla finestra.
Poi un tremito, quasi un trionfare
di fronde. È un’ala,
il segno nell’aria che fende
gli spettri sfrontato, di passeri e cince,
verdoni e un pettirosso
che sceso dentro di me riporta
lo sguardo là dove la morte rivive.

giovedì 11 dicembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 10

TROVATE TUTTE LE RECENSIONI IN PDF SUL SITO DI LUPUSAGNUS
http://www.lupusagnus.com


Recensione su Il giornale, domenica 7 dicembre.

In mezzo al palco c’è una televisione: nel corso di «Mammamammazza», lo spettacolo in scena al Teatro Ringhiera sino al 21 dicembre, sarà sempre accesa e servirà di volta in volta da spalto di tribunale, da strumento di tortura e da altare sacrificale. Armati di gessetto, gli attori tracciano attorno a essa delle linee che corrispondono ai confini della casa in cui si svolge l'azione.
L’apparecchio televisivo ne occupa minacciosamente il centro, come un angelo del focolare che si è trasformato in un angelo sterminatore. «Mamma mammazza» è un cabaret feroce, un reality truculento ambientato fra le mura domestiche, uno spettacolo in cui si ride di gusto, ma senza che la comicità attenui gli aspetti conturbanti del testo di Aquilino.
La trama ha uno svolgimento tanto lineare quanto assurdo. Piero, un trentenne con turbe adolescenziali, esibisce in un parco pubblico le sue «vergogne di uomo» a una runner. La ragazza lo denuncia e si mette sulle sue tracce. Piero cerca rifugio nella propria casa, dove lo attende una madre simile nell’aspetto a Crudelia de Mon e nell’animo a Medea. A darle man forte c’è Chiara, la sorella di Piero, che lo consegna alla polizia. A punire il reo confesso sarà comunque la madre che lo ucciderà a colpi di martello. «Mamma mammazza» è una farsa efficace sul lato demoniaco dell’ambiente domestico: il desiderio di protagonismo mediatico è il vero motore dell’azione.
di Roberto Borghi

Recensione in delteatro.it




http://delteatro.it/recensioni/2008-12/mamma-mammazza.php

Ci avete fatto caso? Fino a non molto tempo fa era la crisi della coppia a tenere banco: da Strindberg a Bergman, la cultura del Novecento è stata un lungo viaggio fra matrimoni in rovina, atti di sanguinosa ferocia tra mogli e mariti, laceranti incontri di sventurati amanti senza prospettive. Forse, però, da qualche anno a questa parte il panorama è sottilmente cambiato: placatasi la tempesta delle relazioni amorose, sembra che a poco a poco - nella cronaca, nella vita d'ogni giorno - sia balzato in primo piano un altro tipo di rapporto complicato, quello tra genitori e figli: e non è detto che i suoi effetti siano meno devastanti.Se n'è accorto, a quanto pare, anche un neonato gruppo teatrale formato da ex allievi della scuola di Strehler, la compagnia Lupusagnus, che nel suo primo spettacolo ha scelto di toccare quello che evidentemente è oggi un nervo scoperto della nostra società: Mamma mammazza rappresenta infatti con grottesca truculenza l'emblematica vicenda di una madre che non soltanto odia il figlio, non soltanto lo abbandona a se stesso nel momento del bisogno, ma lo tormenta anche, lo insulta, lo tortura, gode nell'infliggergli ogni sorta di sofferenze fisiche e mentali. E alla fine, come anticipato dal titolo, ovviamente lo uccide.Il testo, opera di un autore praticamente esordiente, Aquilino, che di mestiere scrive libri per bambini, non lesina efferatezze: al centro dell'azione c'è un ragazzo che si aggira per il parco esibendo le proprie nudità alle passanti: quando una delle vittime si presenta a casa scortata da un agente, la spietata signora ha l'occasione che aspettava da sempre: dopo averlo stanato dal suo nascondiglio, lo consegna al poliziotto, e delusa dalla prudenza di costui provvede a estorcergli personalmente la confessione piantandogli aghi sotto le unghie e passandogli un ferro rovente sulle natiche, per poi giustiziarlo lei stessa a colpi di martello.Il pregio principale della pièce sta in questa crudeltà sfrontata, scoppiettante: di fronte ai suoi eccessi si ride, ma un po' storto, e si avverte talora un vago senso di angoscia. La regia di Stefano de Luca, ironicamente aperta e chiusa da immagini video, ricalcate su certi film noir di una volta, conferisce alle quattro figurette - e alla perfida sorellina, un'erinni occhialuta e saccente - una buffoneria stilizzata, burattinesca, con continui richiami al mondo infantile. Gli attori sono bravi, e hanno l'aria di divertirsi: resta però l'impressione di un approccio fin troppo tradizionale e impostato, come se non riuscissero a liberarsi dall'imprinting del teatro stabile.
di renato palazzi
(18:00 - 10 dic 2008)

lunedì 8 dicembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 9

Ringrazio i recensori. Sono attenti e generosi. Spero che continuino così. Mi sento in dovere di accendere un riflettore su Piero, dato che la ribalta è monopolizzata dalla madre. Ecco il mio piccolo contributo.

La paura primordiale di essere vittima: della malasorte, di un predatore, della giustizia, del più forte, della malattia, della propria irresponsabilità, della miseria… La necessità di scaricare su qualcun altro lo status di vittima. Serve un colpevole per colpe vere o presunte, in base a leggi scritte o ad atteggiamenti aleatori popolari o individuali. Un capro espiatorio che assuma su di sé tutte le colpe. Ecco la vittima. Sopra un rogo purificatore, contro un muro, in una nuvola di gas, massacrati lapidati precipitati squartati strangolati torturati decapitati elettrificati: nemici in tempo di guerra, streghe, omosessuali, ebrei, immigrati, barboni, dementi, donne, bambini, artisti, liberi pensatori, pacifisti… Ed ecco i carnefici: bulli, benpensanti, egotisti, razzisti, guerrafondai, inibiti, quelli che non hanno idea di che siano l’empatia il rispetto la tolleranza, quelli che non vanno al di là della piccolezza della propria vita, quelli che sprofondano in un empireo di fanatismi religiosi e politici.
La storia dell’umanità è fatta più di carnefici che di vittime. Dei carnefici documentiamo e tramandiamo il pensiero, i trionfi militari, la gloria civile. I carnefici scrivono libri e noi li leggiamo. I carnefici spesso sono ricordati con monumenti e si formano gruppi di nostalgici che inneggiano alle loro ideologie. Grandi conquistatori, grandi uomini d’affari, grandi politici, grandi santi…
E le vittime? Chi ricorda le vittime?
“Io soffro! E nessuno si accorge di me!” grida Piero.
L’uomo non vuole identificarsi nelle vittime. È come attirare su di sé un destino simile, senza via d’uscita. L’uomo civile e buono depreca e condanna le terribili conseguenze di conquiste, rivoluzioni e assolutismi. Ma… il dittatore è comunque un uomo di potere, e ognuno desidera il potere nell’illusione che lo renda più forte e più libero, e che gli offra maggiori possibilità d’azione. Ognuno già gestisce un potere personale su altri esseri umani: coniugi, figli, alunni, pazienti, subordinati… Ognuno vorrebbe che costoro si uniformassero alla volontà del più forte. La legge, la regola. Tutti dentro un unico cerchio di volontà dominante.
E chi ne esce?
Chi esce dal cerchio fa un grande favore. Chi detiene il potere dovrebbe essere in grado di ammettere e accettare con serenità i propri errori e le proprie disabilità. Se le cose non vanno bene, dovrebbe dire: non ce l’ho fatta, ora ricomincio da capo, oppure lascio fare a te. Ma spesso chi detiene il potere non vuole essere vittima di se stesso e scarica le responsabilità su un presunto colpevole o su un colpevole marginale o su un innocente reso colpevole inventando ad hoc una nuova norma.
E mentre si svolge il gioco del massacro, il popolo applaude.
Tutto questo solo per spostare l’attenzione dalla madre al figlio. In “Mamma mammazza” non c’è solo una madre che uccide, c’è anche un figlio che muore, un’altra vittima su cui si stende in fretta il sudario dell’oblio.
“Tuo figlio muore, madre. Tu l’hai abbandonato. Crescevo dentro di te e mi hai buttato nella vita. Ma crescere fuori di te no, non me l’hai consentito. E ora mi butti nella morte. Io grido. Grido! E grido dopo grido una catena di violenza avvolge il mondo in un sudario cucito al crepuscolo dalle figlie e dalle madri. Dov’è mio padre? Perché non dà la vita per me? Io grido! Ma chi ascolta i figli della morte? Chi abbatte le porte dei macelli del potere? Se ho sbagliato, tutti abbiamo sbagliato. Ma a voi non interessano le mie azioni, inezie nei grandi progetti di accumulo e conquista. A voi interessa solo la mia condanna. E tu, padre? Mi stai osservando? Indifferente, ti stai già allontanando. Hai cose più importanti a cui pensare.
Tu mi hai fatto, madre. Tu mi hai fatto per distruggermi.
E loro applaudono.”

domenica 7 dicembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 8

Altre recensioni online.

FUSIORARI.ORG - lunedì 8 dicembre
http://www.fusiorari.org/fusiorari/html/modules.php?name=News&file=article&sid=1833
di Cristina Gadaleta
MILANO – È in scena al Teatro Ringhiera, fino al 21 dicembre, Mamma Mammazza, “uno spettacolo divertente come un giro in ottovolante, tra risate e tuffi al cuore. Un testo che diverte e sconcerta, insinuando sotto pelle una sottile inquietudine”. Protagonisti cinque personaggi-macchiette: la famiglia Cantoni, un commissario di polizia stile telefilm e una runner con iPod al seguito. Ovviamente i veri protagonisti sono da ricercarsi all'interno del nucleo familiare, così apparentemente normale, ma in realtà così inquietante. Il figlio Piero – personaggio principale di questa tragicomica vicenda, tanto reale quanto paradossale –, la madre – lucidamente crudele – e la sorella dalla “vita inedita”.
PIERO – Piero è il figlio che a detta della madre le avvelena la vita, che vive ai “margini dell'umanità”, che con la scolarizzazione ha iniziato la sua “carriera di sadico, bastardo e depravato”. Un martire della madre, si scopre alla fine, ma che per quasi metà spettacolo sembra davvero essere un mostro, unico responsabile del proprio pessimo destino. Neanche la vera legge, quella rappresentata dal commissario, lo può salvare. La sua fine è già stata decisa dal suo inizio, dalla sua nascita, da una madre che “ama sempre il proprio figlio, anche quando lo odia”, anche quando lo ammazza.
LA MADRE – La madre, un'ottima Giorgia Senesi, è una dolce tiranna, una donna che arriva ad affermare che nelle quattro mura casalinghe la legge è lei. Una genitrice che ha fatto suo figlio per distruggerlo e che lo ammazzerebbe per il suo stesso bene, per fargli un favore. E nel finale, una volta eliminato il figlio, lo darà ai gatti, “per la loro salvezza”, specifica, presa da un attacco di generosità animalesca. “Si sa, di mamma ce n’è una sola. Meno male”.
CHIARA – Chiara è la figlia che non ha mai fatto niente. Due codini, gli occhiali tondi e la erre moscia, inizialmente è a favore dell'ira materna, ma ben presto, consapevole di non appartenere a quella famiglia, e forte di questa convinzione, arriva a decidere di andarsene, di agire. E quando la madre gioca la carta dell'affetto per trattenerla, “tu sei nel mio cuore Chiara”, la figlia in tutta risposta si limita a dire: “C'è troppo poco spazio, mamma, nel tuo cuore”. E da quella casa, dal perimetro disegnato sul palco con un gesso bianco, esce cancellandone la riga con i piedi.Una famiglia distrutta dal suo interno, con il mondo esterno – società, legge e buon senso – relegato a semplice spettatore passivo.
cgadaleta.fusiorari@gmail.com

Mamma mammazza al Teatro Ringhiera, di Anna Vallarino - 06/12/2008 - NOKOSS
http://www.nokoss.net/2008/12/06/mamma-mammazza-al-teatro-ringhiera/
La madre assassina è un tema mai abbandonato e sempre rivisitato . Nuove Medee si accalcano sulla scena e chiedono di essere ascoltate. Ora è la volta di una madre di una periferia cittadina che, esasperata e sadica, giunge a compiere le azioni più estreme.
“Mamma mammazza” è uno spettacolo della compagnia Lupusagnus, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, ora proposto al Teatro Ringhiera fino al 21 dicembre. Spettacolo grottescamente poco natalizio che punta la lente di ingrandimento sui legami famigliari, e la prigionia che ne può scaturire. Malattia, crudeltà, egoismo e speranze mal riposte scandiscono il tempo a un fluire ininterrotto di dialoghi malati e sordi.
La famiglia di Piero è sconvolta dal suo comportamento deviato: egli è stato colto in fragrante nel parco mentre compiva atti osceni a scapito di un runner. La madre soprattutto non se ne fa una ragione. Il luogo è una periferia, o meglio è la periferia psicologica dei sentimenti e di una umanità che non si conosce e che ripone l’appagamento della propria frustrazione in una istintività perversa e aliena da ogni raziocinio.L’ altro non si riconosce in quanto essere pari a noi, ma subordinato e cosa rispondente ai nostri bisogni e desideri. Una scena claustrofobica, una storia dì inferno famigliare sul filo di ironia, follia e cattiveria, con toni che ricordano il grande teatro di Sara Kane. La madre ragno, mostro divoratrice forte del motto “io ti ho fatto, io ti distruggo” aggredisce il figlio, perverso colpevole, lo umila, lo tortura e infine lo uccide. Tutto davanti alle parole istigatrici della sorella e agli occhi ciechi di un commissario di polizia, spaurito e inerte.
Non vi è speranza, non vi sono regole nè legge. L’amore filiale perde quelle canoniche connotazioni di devozione e sacrificio per divenire prigionia e morte. Anche le parole in Mamma mammazza perdono la loro funzione di comunicazione, di dire all’altro, per divenire monologhi sordi e incapaci di dare spazio a qualsiasi tipo di partecipazione.Spettacolo efficace sulla tormentata deriva in cui si muove la nostra società: individui sempre più incapaci di conoscere se stessi e riconoscere le proprie emozioni. La compagnia non a caso di chiama Lupusagnus, nome composto dalle parole latine “lupus” e “agnus” ispirata alla famosa favola di Fedro del lupo e dell’agnello. Carnefice e vittima, vittima e carnefice. Non sempre il gioco delle parti è rigido e chiaro, e anche in Mamma mammazza ognuno è allo stesso tempo vittima e carnefice in un’ assordante giostra. Unica regola è la violenza, vincente è colui che riesce a sopraffare sull’altro e ad essere più forte.

sabato 6 dicembre 2008

I RE DEL NORD



Da "I re del nord" di Bernard Cornwell, Longanesi.
"Il loro dio mi vuole" ribatté Guthred in tono serio, "sono il prescelto. Secondo te, dovrei convertirmi al cristianesimo?"
"No" risposi.
"Io credo di sì" continuò, quasi non mi avesse sentito. "Se non altro per dimostrare la mia gratitudine. Agli dei non piacciono gli ingrati, vero?"
"Ciò che piace agli dei" dissi "è il caos."
Gli dei ridacchiarono.

venerdì 5 dicembre 2008

NON SONO PSICOTERAPEUTA

Nelle note biografiche che accompagnano presentazioni e recensioni di MAMMA MAMMAZZA mi si presenta anche come psicoterapeuta. Purtroppo, il web riproduce i meccanismi della divulgazione di affermazioni inesatte e improprie che caratterizza il diffondersi dei pettegolezzi nelle comunità. Si fa molto copia e incolla (anche nelle recensioni). A monte, il materiale informativo diffuso dal Piccolo. Nessuno si è sognato di contattarmi per un aggiornamento. Negli anni Ottanta conducevo la Bottega dei Ragazzi, luogo di sostegno psicologico. Avevo preso alcuni diplomi e intervenivo con analisi della scrittura, del disegno, con l'ipnosi, il traning autogeno... Quando poi è uscita la normativa di tali attività, con l'albo degli psicoteraupeti, non essendo laureato ho chiuso per correttezza ogni attività. In conclusione, chiedo scusa per un refuso che ormai mi è impossibile correggere.

INCONTRI CON L'AUTORE?

Un impegno di due giorni per trascorrere due ore e mezzo con sette classi di scuola elementare di Siena. I bambini hanno letto i miei ultimi libri, ma non hanno preparato domande. Quando uno comincia con: come ti è venuta l'idea di...? gli altri lo imitano e una bordata di come ti è venuta l'idea di...? mi costringe alla resa. Li coinvolgo facendoli parlare di loro e poi inventando insieme una storia che, non capita sempre, è molto stimolante: il bambino di un villaggio, di nome Moreno, si reca sulle colline per raccogliere funghi e una improvvisa bufera di vento svela centinaia di lapidi all'ingresso delle numerose grotte. Su ogni lapide c'è inciso il nome di un abitante del villaggio. Corre a dare l'allarme e poco dopo il capovillaggio, padre di Moreno, esplora le colline insieme ad alcuni guerrieri, ma scompaiono tutti nel nulla. Moreno trova sulla lapide con inciso il nome del padre il suo bastone magico. Toccherà a lui svelare il mistero delle tombe, mentre da una caverna emerge un uomo fatto di vermi.
Anche gli alunni che avevano dichiarato di non leggere e si erano tenuti da parte ora partecipano: il brevissimo laboratorio cattura l'attenzione e l'interesse di tutti.
Ecco come vorrei condurre questi incontri. Più tempo, una classe sola o al massimo due, un rapporto personale, l'attivazione dell'uditorio, costruire qualcosa insieme, dare vita alla scrittura, rendere accessibili i libri, scoprire i misteri affascinanti della parola... e giocare con avventure e filastrocche, personaggi ed emozioni, drammatizzazioni e illustrazioni, ricordando che la realtà non è solo quella piccola in cui viviamo. C'è quella senza confini dell'immaginazione.

MAMMA MAMMAZZA 7


Una recensione di Sara Trecate da http://www.teatrimilano.it/

La casa dovrebbe essere un luogo ospitale, in famiglia ci si dovrebbe sentire al sicuro, invece in questa assurda storia la famiglia accusa, umilia e tortura uno dei suoi membri.


Piero ha fatto l'esibizionista al parco, mostrandosi nudo di fronte ad Alice che era lì per fare jogging; tornato a casa la madre non lo perdona, ma lo punisce crudelmente e finisce per ucciderlo, istigata da Chiara, la figlia piccola.

Un commissario di polizia arriva sul posto, in compagnia della vittima delle molestie al parco, ma non può, o forse non vuole, fermare la madre.


I rapporti tra i famigliari sono surreali, inverosimili, e il regista Stefano de Luca, seguendo questa chiave di lettura, crea uno spettacolo grottesco in cui i personaggi sono caricature e propongono in modo ironico la loro natura violenta. L'ironia tragica si attenua solo sul finale, nel momento dell'uccisione di Piero, quando la violenza diventa eccessiva e le risate si bloccano in gola.


Un quadrato bianco disegnato per terra col gesso e un televisore al centro, la scenografia di Mamma Mammazza si limita a questo. Si pensa subito ai media di oggi, onnipresenti, ansiosi di raccontare per primi queste vicende di violenza famigliare, sempre accentuando l'orrore, spettacolarizzando e costruendo personaggi come questa madre (Giorgia Senesi) che assomiglia alla strega cattiva delle fiabe. La televisione spesso crea e divulga stereotipi: in questa categoria rientra per esempio il commissario meridionale corrotto interpretato da Sergio Leone; allo stesso modo anche il cinema, nonostante si occupi di avvenimenti fittizi, diffonde luoghi comuni e atteggiamenti tipici, da qui la presenza nello spettacolo di riferimenti musicali cinematografici.


In queste condizioni in cui è difficile capire se ciò che ci viene mostrato corrisponde o meno alla realtà è ancora più difficile prendere una posizione. Per esempio, chi è il colpevole in Mamma Mammazza? Piero? Sua madre? Il padre che li ha abbandonati anni prima? Noi non lo sappiamo, invece per i personaggi del dramma non c'è dubbio: è Piero l'unico da punire, lo è stato per tutta la vita. Per non porsi domande si limitano tutti ad accettare i ruoli che la società ha attribuito loro, perlomeno quest'ordine prestabilito dà delle certezze e permette di mantenere l'equilibrio in casa.


Il testo propone l'idea di una struttura famigliare crudele: ci sono gerarchie da rispettare, confini da non valicare, ed è meglio non proporre nulla di nuovo altrimenti "ogni realtà perderebbe la sua rassicurante identità" e vincerebbe il caos. Il quadrato bianco, forma archetipica della casa, che delimita lo spazio d'azione, assomiglia sempre di più ad una gabbia da cui non si può scappare. Il cambiamento avviene con la morte di Piero, cioè quando viene a mancare un pezzo fondamentale del sistema-famiglia che crolla inesorabilmente lasciando spaesati i sopravvissuti.

La critica sociale è molto forte in questo testo che affianca alla satira più pungente la lucida osservazione della realtà, quest'ultima affidata soprattutto al personaggio di Chiara.


Mamma Mammazza è il primo spettacolo della compagnia Lupusagnus, che comprende il regista Stefano de Luca, cinque attori e il drammaturgo Aquilino. L'idea è quella di partecipare tutti insieme alla creazione dello spettacolo. Aquilino, ad esempio, aveva scritto il testo nel 1994 e l'ha poi modificato lavorando insieme agli attori in vista di questa messinscena. Considerati gli ottimi risultati raggiunti con il lavoro di squadra, aspettiamo con ansia Verginella, il prossimo progetto della compagnia.

mercoledì 3 dicembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 6




Uno spettacolo mai banale, attualissimo e allo stesso tempo divertente, che alterna risate e tuffi al cuore.
Mamma Mammazza è un lavoro che si potrebbe definire cattivo, ammesso che questo genere esista in teatro, che analizza la follia umana nel suo lato peggiore, si avvicina all'orrore ed induce ad una riflessione su vizi, perversioni, mostruosità e intrinseche storture dei legami familiari. Le moderne statistiche hanno impiegato più di duemila anni per dimostrare il teorema dei tragici greci: ovvero, i peggiori delitti nascono sempre in famiglia. Edipo et Clitemnestra docent… Euripide e soci lo raccontano: la tragedia di Medea è una pietra miliare del genere, dal quale Pasolini trasse un bellissimo film. Io ti ho fatto, io ti distruggo. E' una frase agghiacciante, cruda, ma purtroppo più volte udita urlare dalla madre, da molti figli, nel corso della vita. Ma cos'è questo benedetto sentimento materno? Una forma di cannibalismo lecito? Una prigione? Una bomba a orologeria? Non è noto a tutti, tuttavia gli inquirenti, gli avvocati, i magistrati confermano: le peggiori violenze si consumano fra le mura domestiche. Si uccide solo per futili motivi, come dei rumori molesti oppure semplicemente perché i figli non sono quelli cha le madri avevano idealizzato e desiderato (come in questo caso). Mamma Mammazza è un piccolo testo, che tuttavia lascia tracce importanti, uno spettacolo di debutto di una giovane compagnia, un gruppo affiatato dei cinque attori e del regista, che si sono formati alla scuola di Giorgio Strehler. Il lavoro è sarcastico, sconvolgente, rimane in scena sempre sul filo di un'ironia tragica. Aquilino, l'autore, riflette, come in uno di quegli specchi deformanti da luna park. Sono illustrati vizi, perversioni, mostruosità, intrinseche storture dei legami familiari. E' evidente nell'opera il richiamo atavico ad un istinto che si riconosce come universale e quindi come quelli esplosi recentemente della cronaca. Basti pensare in tempi odierni all'efferato matricidio di Novi Ligure, alla nota vicenda di Cogne e a Maso ecc... Bisogna avvicinarsi all'orrore per tenerlo lontano, per esorcizzarlo può essere uno dei messaggi trasmessi dall'agghiacciante, ma allo stesso tempo realistico ed attuale lavoro di Aquilino. La trama è serrata e di buon ritmo, le figure al centro delle pièce, volutamente assurde e caricaturali sono delineate con tinte forti e il linguaggio dei bravi interpreti è crudo. Per quanto tragica la commedia ha momenti di geniale comicità. L'autore è anche insegnante, psicoterapeuta, scrittore per l'infanzia e la sua mano lascia una robusta traccia anche educativa. Mamma Mammazza è in sintesi un lavoro dai contenuti assai profondi, che attira e sconcerta, insinuando sotto pelle una sottile inquietudine. E' uno spettacolo mai banale, attualissimo e allo stesso tempo divertente, che alterna risate e tuffi al cuore.
(Mauro Lupoli)

martedì 2 dicembre 2008

LEGGERE E' VOLARE


Domani vado a Siena. Incontrerò alunni del secondo ciclo delle elementari.

Libri, incontri con gli autori, spettacoli, musica, cinema e teatro. Dal 20 novembre all’8 dicembre torna Leggere è volare, la XVIII edizione della Festa del libro per ragazzi e giovani promossa e organizzata dalla Provincia di Siena. Trentadue comuni coinvolti, 6o incontri con l'autore, oltre 10mila titoli insieme a oltre 18mila ragazzi saranno i protagonisti della kermesse senese.

lunedì 1 dicembre 2008

CONVEGNO

RICEVO

Al Dirigente Scolastico
Ai docenti della scuola primaria
Ai docenti della scuola secondaria di primo grado
Al personale educativo

In occasione dello spettacolo teatrale "Mamma Mammazza" , il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Ringhiera di Boifava e la Biblioteca Civica "Chiesa Rossa" , vi invitano a partecipare ad un incontro formativo e di scambio reciproco:
“Una madre ama sempre il proprio figlio. Anche quando lo odia. Le dinamiche familiari tra riflessione psicologica e pratica teatrale".
Un importante momento di riflessione e dialogo per far luce su un'importante tematica anacronistica: il mondo-bambino nella famiglia che, troppo spesso oggi, delega il proprio ruolo educativo a comodi strumenti esterni quali la "scuola baby-sitter" o, peggio ancora, la televisione, dimenticando, o comunque non riuscendo, di cucire un vero Dialogo in cui dar spazio alle richieste e ai bisogni del bambino stesso. Carenza di dialogo che, spesso, si concretizza in gesti e atteggiamenti deleteri per il proprio figlio sia a livello psicologico che, purtroppo, a livello fisico.
Per chi lo desiderasse, poi, sarà possibile assistere allo spettacolo teatrale "Mamma Mammazza", scritto da Aquilino e diretto da Stefano DeLuca, al prezzo speciale di euro 8 (anziché 15) per i partecipanti all’iniziativa.

Al Teatro Ringhiera, v. Boifava, 17, Milano (fermata Abbiategrasso, MM2)
Martedì 9 Dicembre 2008, ore 18.30

Programma:
18.30 - 18.40 Benvenuto e presentazione
18.40 - 19.00 Intervento di Aquilino (autore di "Mamma Mammazza",
scrittore per l'infanzia)
19.00 - 19.15 Intervento di Stefano De Luca (regista di "Mamma Mammazza")
19.15 - 19.30 Intervento della Dott.ssa Maria Teresa Aurelio
(Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore, Policlinico, Mangiagalli
e Regina Elena - Psicologa Clinica)
19.30 - 19.45 Interventi della Dott.ssa Barbara Bongini e della
Dott.ssa Monica Fazzi (Servizio tutela dei minori)
19.45 - 20.00 Spazio riservato al dialogo
20.00 - 21.00 PAUSA
21.00 - 22-00 Spettacolo teatrale "Mamma Mammazza"

Per info e prenotazione:

Stefano Verduci,
cell.1 : 349 - 14 19 438
cell.2 : 392 - 63 10 433
mail to: stefanw11@hotmail.it

POESIA VENTITRE'


Mondo d’acqua, di fango. La pioggia sputi
dal cielo, dice Chiara. Se ne va non sa
dove: e fuori piove.
Un passo ancora e potresti
inabissarti in una torbida
pozzanghera, la voce di vetro il tintinnio
delle gocce sul cemento, e poi lo scroscio il tuo respiro
e l’urlo del vento.
Fuori piove.
Sta’ qui, nel camino acceso la fiamma
dice: sta’ qui. Vaga lo sguardo dai libri alle cose
raccolte per strada come randagi
hai dato loro asilo sta’
qui. Vagano i passi itinerari sicuri
niente si muove, qui: e fuori piove.