Aquilino firma il testo e Stefano De Luca dirige sette magnifici interpreti di un “mondo-supermercato, dove la famiglia è un macello”.
Temi scabrosi, linguaggio volutamente scurrile, l’oscena quotidianità della violenza, dentro e fuori le cosiddette quattro mura domestiche.
Lo spettacolo più fastidioso della stagione del Teatro della Cooperativa è in scena proprio in questi giorni:CaniCani – un musical grottesco che sfiora il teatro dell’assurdo pur rimanendo ferocemente ancorato alla realtà che ci circonda: soprusi, giochi di potere, sado-masochismo e violenze fisiche e psicologiche – astrattamente; sfruttamento dei minori e della prostituzione, ebetaggine televisiva, commercio illegale d’organi, accidia, tossicodipendenza e spaccio, sogni da velina, incesto e violenza contro le donne – concretamente.
Lo spettacolo più fastidioso della stagione del Teatro della Cooperativa è in scena proprio in questi giorni:CaniCani – un musical grottesco che sfiora il teatro dell’assurdo pur rimanendo ferocemente ancorato alla realtà che ci circonda: soprusi, giochi di potere, sado-masochismo e violenze fisiche e psicologiche – astrattamente; sfruttamento dei minori e della prostituzione, ebetaggine televisiva, commercio illegale d’organi, accidia, tossicodipendenza e spaccio, sogni da velina, incesto e violenza contro le donne – concretamente.
Tra siparietti canori, gustosi lapsus Guzzantiani in panni Marini, rimandi all’immaginario filmico di Danny the Dog, e un padre-padrone incollato alle proprie poltrona e tv – come Nagg e Nell ai bidoni della spazzatura di Beckett – si ride (poco) e soprattutto ci si indigna (molto) di fronte a quel microcosmo in scena, che non è esagerazione satirica – come la merda di Luttazzi – bensì drammatizzazione della quotidianità che ci circonda, specchio della nostra società distorta nella quale riconoscersi tristemente.
Al termine della rappresentazione, l’incontro con interpreti, regista e autore, per esorcizzare, per compiere una catarsi forse impossibile, perché non è più possibile sentirsi innocenti.
L’unico dubbio è per il doppio finale: un posticcio happy ending che non riconcilia perché il frutto di un incesto e della violenza carnale non può essere simbolo salvifico, sebbene De André cantasse: “Ama e ridi se amor risponde/ piangi forte se non ti sente/dai diamanti non nasce niente/dal letame nascono i fior”.
Lo spettacolo continua:
Teatro della Cooperativa
via Hermada, 8 – Milano
da mercoledì 16 a sabato 26 maggio, ore 20.45 (domenica riposo)produzione LupusAgnus presenta:
CaniCani
di Aquilino
regia Stefano De Luca
con Enrico Ballardini, Tommaso Banfi, Matteo Barbè, Marta Comerio, Carlo Ponta, Annamaria Rossano e Fabio Zulli
musiche Marco Mojana
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